Economia

Telecom si sfila dal bando per la fibra

Il gruppo: «Obiettivi confermati». Il duello con Open Fiber

Maddalena Camera

Telecom Italia, con una mossa a sorpresa, non parteciperà alla seconda gara Infratel da 1,2 miliardi per la realizzazione delle reti a banda ultra larga nelle aree bianche di dieci Regioni (Piemonte, Valle D'Aosta, Liguria, Friuli Venezia Giulia, Umbria, Marche, Lazio, Campania, Basilicata, Sicilia) più la Provincia di Trento, per un totale di 3.710 Comuni. La società guidata dall'ad Flavio Cattaneo e presieduta da Giuseppe Recchi si è ritirata dalla gara al fotofinish, ossia alle ore 13 di ieri, termine ultimo per la presentazione delle offerte. A questo punto Enel Open Fiber, che ha regolarmente presentato la sua offerta, ha campo libero.

Così dopo il primo bando di gara assegnato alla stessa Open Fiber, a meno di colpi di scena a seguito delle verifiche tecniche in corso, la società elettrica è pronta a vincere anche il secondo round su tutti i lotti disponibili. Tra i partecipanti ci sono anche Acea Illuminazione, Estra ed E-Via ma soltanto per alcune Regioni e alcuni Comuni.

Sull'esito del primo bando, tuttavia, pendono ancora i ricorsi presentati da Telecom e Fastweb. Dalla gara si era invece ritirata Fastweb e dunque a questo punto si potrebbe pensare che Enel abbia la strada spianata per ricevere soldi pubblici al fine di costruire una rete in fibra in Comuni poco interessanti dal punto di vista del business, tanto che la dicitura delle aree bianche recita: «a fallimento di mercato».

In realtà la mossa di Telecom potrebbe dare non poco fastidio a Open Fiber, che ha tra i soci anche Cdp. L'ex-monopolista infatti realizzerà una sua rete a banda ultralarga anche nelle aree a fallimento di mercato con investimenti propri. Questo vuol dire che sullo stesso territorio ci saranno più reti a banda ultralarga. Quindi il business plan presentato da Open Fiber, che prevedeva in alcune aree di non avere concorrenti, potrebbe essere da ritoccare.

Senza contare che per Telecom Italia la tecnologia «Fttc», ossia portare la fibra fino al «cabinet» (cioè alla sua centrale di zona) e non in casa, è un sistema di cablaggio più rapido. Certo il collegamento sarebbe a 30 Mb e non a 100 Mb, ma le differenze dal punto di vista dei consumatori domestici, allo stato attuale, sono modeste.

Telecom Italia, in una nota, ha comunque fatto sapere che il ritiro dalla banda larga non comporterà nessun impatto gestionale, strategico e di posizionamento di mercato. La competizione a distanza per arrivare a cablare (ovunque) il Paese prima di Enel Open Fiber è però già cominciata. A Perugia, ad esempio, che è tra le prime città dove la società guidata da Tommaso Pompei ha iniziato a mettere la fibra, Telecom ha cablato diecimila abitazioni mentre Enel ne ha dichiarate circa 40mila.

In base alle indicazioni del business plan, la spesa prevista nell'ultrabroadband è di 5 miliardi al 2019 con l'obiettivo di raggiungere oltre il 99% della popolazione con il 4G (rete mobile) e il 95% per mezzo della fibra ottica.

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