Economia

Tim, blitz per lo scorporo della rete

Emendamento M5S per la società unica con Open Fiber. Gubitosi favorito come ad

Tim, blitz per lo scorporo della rete

I Cinquestelle hanno presentato un emendamento al decreto fiscale per incentivare la creazione di una società unica con le reti fisse di Telecom (Tim) e Open Fiber, controllata dalla Cassa depositi e prestiti e dall'Enel.

Il testo prevede l'introduzione di un regime tariffario incentivante con il metodo «regulated asset base» (Rab), già previsto per Terna e Snam. Questo regime dovrebbe assicurare utili e ricavi prevedibili nel tempo per rendere gli investimenti sostenibili. Con la Rab però il controllo della rete non può, per paletti Ue, restare a Tim. Ecco dunque spiegato il blitz con cui il fondo Elliott (che ha l'8% di Tim), ha messo alla porta l'ad Amos Genish che aveva detto di non voler perdere il controllo dell'assett. Una posizione da lui sempre sostenuta. Ma dopo la pesante svalutazione da 2 miliardi, dovuta soprattutto alla perdita di valore della rete in rame, Elliott ha forse pensato che il modo per evitarne altre fosse scorporare l'infrastruttura.

Ma prima Tim deve trovare un nuovo ad. Domani è atteso, nel tardo pomeriggio, il cda che dovrebbe sciogliere i dubbi sul successore di Genish, tema che potrebbe essere già oggi sul tavolo del comitato nomine.

Genish era stato voluto dai francesi di Vivendi che hanno il 23,9% di Telecom ma ne hanno perso la governance nella scorsa assemblea a favore di Elliott. Vivendi si è sempre detta contraria alla perdita del controllo della rete, posizione ribadita ieri dal suo Arnaud de Puyfontiane, che siede anche nel cda Tim. Vivendi inoltre starebbe pensando di chiedere la convocazione di una assemblea straordinaria per riprendere il controllo di Tim. Lo scontro tra i due principali azionisti è quindi totale e tutto lascia pensare che le posizioni resteranno divise anche sulla nomina dell'ad.

Al momento per la poltrona sono in corsa da un lato l'attuale commissario straordinario di Alitalia, Luigi Gubitosi, considerato in vantaggio e che avrebbe la preferenza anche dei consiglieri indipendenti; dall'altro Alfredo Altavilla (ex Fca). Entrambi siedono già nel cda di Tim, ma nella rosa dei papabili sarebbe entrato anche Luis Miguel Gilperez, ex presidente di Telefonica Espana. Il vicepremier, Luigi di Maio, ha detto di non avere preferenza sul nuovo ceo. Gubitosi comunque ha quasi finito il suo ruolo in Alitalia. Chiunque sarà prescelto, non avrà un compito facile viste le molte questioni sul tavolo e il difficile panorama competitivo in cui devono operare le aziende di tlc in Italia. Tanto che ieri Standard&Poor's pur confermando il rating del gruppo telefonico a BB+, ha abbassato l'outlook da positivo a stabile. Per S&P l'uscita di scena di Genish «crea incertezza» sul rispetto «al piano strategico triennale». Piano, che infatti, sarà cambiato anche nella prospettiva di realizzare una rete unica.

Ipotesi questa che preoccupa i sindacati che vorrebbero fosse confermata la reggenza al presidente Fulvio Conti al fine di aprire un tavolo di confronto con l'azienda dato che nella rete lavorano 20mila persone. Conti ieri ha chiamato i dirigenti e li ha esortati a fare squadra. Inoltre c'è anche l'introduzione, dal 31 dicembre prossimo, del modem libero. Ieri Tim ha perso il ricorso al Tar con cui chiedeva di sospendere la delibera, che permetterà un cambio gestore fisso più rapido.

Ieri in Borsa Telecom +1,9%.

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