Economia

Tim Cook: "Smartphone sempre più connessi e realtà aumentata. È questo il futuro"

L'amministratore delegato di Apple Tim Cook ha spiegato al Washington Post dove va il mondo della tecnologia. E ha parlato anche di omosessualità e Steve Jobs

Tim Cook: "Smartphone sempre più connessi e realtà aumentata. È questo il futuro"

"L'intelligenza artificiale renderà gli smartphone ancora più essenziali per le persone". In un'intervista al Washington Post Tim Cook, amministratore delegato di Apple, indica la direzione in cui va il mondo della tecnologia. Un mondo frenetico che introduce novità quotidianamente, ma che secondo Cook non ha in serbo un "next big thing", un nuovo grande prodotto che rivoluzionerà la vita delle persone, come ha fatto lo smartphone negli ultimi anni. Secondo l'ad di Apple anzi, i telefoni assumeranno un ruolo sempre più centrale nelle nostre vite, diventando un assistente personale migliore di quello che sono già oggi. Al Washington Post Tim Cook parla anche della decisione di rivelare al mondo la sua omosessualità e del momento scioccante in cui ha appreso della morte di Steve Jobs.

Cook ammette che dalla morte del fondatore molto è cambiato nell'azienda. "La stella polare però è la stessa: fabbricare prodotti di qualità straordinaria, che per certi versi cambiano il mondo, arricchiscono la vita delle persone. La nostra ragion d'essere non è cambiata. Altre cose cambiano, ma questo è il filo che tiene tutti insieme". Una ragion d'essere che può essere applicata a qualsiasi settore. "La Apple è l'unica azienda in grado di prendere hardware, software e servizi e integrarli in un'esperienza che lascia il cliente a bocca aperta. Prendete questo e applicatelo ai mercati in cui oggi non siamo presenti. Non c'è una limitazione per cui possiamo farlo solo nel campo degli smartphone, o in quello dei tablet o in quello dei Mac, o in quello degli orologi". Chissà allora che un giorno non arrivino elettrodomestici con la mela morsicata come marchio, o perché no, un'auto. Il progetto, si dice, è sul tavolo, ma Cook non conferma. Il presente invece è ancorato agli smartphone.

"Quali altri prodotti conoscete il cui rapporto con le persone, per un oggetto di elettronica di consumo, sarà di uno a uno nel lungo periodo? Non credo ne esistano altri", spiega Tim Cook. "Col tempo, sono convinto che ogni abitante del pianeta avrà uno smartphone. Potrà volerci un po', e non tutti avranno degli iPhone. Ma è il più grande mercato del pianeta nel settore dell'elettronica di consumo. L'intelligenza artificiale renderà questo prodotto ancora più essenziale per le persone, diventerà un assistente ancora migliore di quello che è oggi. Oggi non esci di casa senza lo smartphone, domani probabilmente sarai connesso allo smartphone. Il livello di performance è destinato a crescere enormemente. E non c'è nulla che lo sostituirà, né a breve né a medio termine".

Il futuro è della realtà aumentata. "È molto interessante, penso sia una sorta di tecnologia chiave. Sì, è una cosa su cui stiamo lavorando molto dietro le quinte", dice Cook ridendo. Nel frattempo Apple pensa a potenziare Siri, l'assistente vocale di Apple che a giugno verrà aperto a terzi. Ciò che significa che a breve sarà possibile "prenotare l'auto a voce su Uber". "Cose del genere cambiano la vita alle persone, e noi facciamo tutto questo proteggendo la vostra riservatezza. Invece di trasmettere tutte le informazioni al cloud, dove manteniamo tutto, ne manteniamo moltissime sul dispositivo stesso. Così avete il controllo dei vostri dati". Quello della privacy è un tema fondamentale per l'azienda e per Tim Cook. "Dal mio punto di vista , è una libertà civile su cui i Padri Fondatori hanno ragionato tanto tempo fa, giungendo alla conclusione che era un elemento essenziale di quello che significa essere un americano". E a proposito dell'enorme mole di informazioni presenti online dice: "Temo che la gente non si renda veramente conto di che genere di cose ci sono in giro su di loro".

Non è difficile credere a Cook quando parla dell'importanza dei propri dati personali. Da sempre considerato uno dei manager più riservati, stupì il mondo quando scrisse un articolo su Bloomberg Buisiness Week rivelando di essere omosessuale. "(Quando l'ho fatto) Pensavo ai ragazzi. Ricevevo messaggi da ragazzi che sapevano che ero gay, o davano per scontato che lo fossi per via di qualcosa che avevano letto sul web. Ed erano ragazzi che soffrivano molto. Alcuni erano stati cacciati dalla famiglia, pensavano che non sarebbero mai riusciti a fare nulla nella vita, non riuscivano a fare nulla. Guardavano il dibattito nazionale su questo argomento e si sentivano isolati e depressi. E ho pensato che dovevo fare qualcosa. Ho pensato che se fossi riuscito ad aiutare anche una sola persona ne sarebbe valsa la pena. Non è una cosa che ho deciso così, all'improvviso. Probabilmente era da un anno che ragionavo su cosa dire, come dirlo. Volevo farlo sua una pubblicazione economica. È il mondo che conosco, è quello che sono. C'è stato un mucchio di lavoro dietro a quell'articolo. Sono andato a trovare delle persone. Ho parlato a lungo - molte volte - con Anderson Cooper (un famoso conduttore della Cnn che nel 2012 fece coming out) perché mi sembrava che avesse gestito il suo annuncio con grande classe".

Apple, Tim Cook: "Steve Jobs insostituibile"

Il Tim Cook più privato esce di nuovo quando si ritrova a parlare di Steve Jobs. "Steve non è sostituibile. Era un esemplare unico". Cook al Washington Post racconta di quando prese l'incarico di amministratore delegato. "Quando ho cominciato a fare l'amministratore delegato pensavo che Steve sarebbe rimasto con noi ancora a lungo. Doveva fare il presidente, lavorare un po' meno una volta che la sua salute fosse migliorata. Insomma, ho iniziato il mio incarico contemplando solo questa possibilità, e poi, qualche settimana dopo, sei settimane dopo... È successo molto in fretta. Il giorno in cui è morto è stato il peggiore di sempre.

Io mi ero convinto che ce l'avrebbe fatta a rimettersi in salute, perché ce l'aveva sempre fatta".

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