Economia

Tim, Elliott e la Cassa a un passo dalla vittoria Ma Vivendi non cede

Anche Cdp pronta a fermare i francesi, occhi sulle deleghe. Attesa affluenza record del 68%

Tim, Elliott e la Cassa a un passo dalla vittoria Ma Vivendi non cede

Oggi è l'ora della verità per i maggiori azionisti di Tim: Vivendi (23,9%) ed Elliott 9,4%. Alle ore 11 comincia a Rozzano, alle porte di Milano, l'assemblea dei soci: è attesa un'affluenza record pari al 68% del capitale. Maggiore quindi di quella dello scorso anno, quando (era il 4 maggio) il fondo statunitense strappò a Vivendi la governance della società. Da allora i contrasti tra Vivendi e Elliott non sono mai mancati. Anche per la decisione del fondo Usa di defenestrare l'ad scelto dai francesi, Amos Genish e di rimpiazzarlo con Luigi Gubitosi. Il quale in ogni caso sta da tempo lavorando per ricucire gli strappi tra i soci.

Il maggior alleato di Elliott è la Cassa depositi e Prestiti, che ha quasi il 10% del capitale e punta a un accordo tra Tim e Open Fiber, che controlla al 50%, per realizzare una infrastruttura unica per la rete in fibra. Oggi l'assemblea è convocata, per approvare il bilancio e per il revisore dei conti per il periodo 2019-2027. E poi c'è la proposta di Vivendi di revocare 5 consiglieri Tim, tra cui il presidente Fulvio Conti ma non l'ad Gubitosi, per rimpiazzarli con 5 consiglieri da lei scelti. Sembra comunque improbabile, anche a causa di una affluenza tanto elevata, che il piano ordito dai francesi possa avere successo.

Del resto i «proxy adviser» si sono già espressi e hanno tutti consigliato di votare contro, sposando la linea di Elliott che già esprime la maggioranza in consiglio con 10 consiglieri tra indipendenti e non, sui 15 che compongono il board (gli altri 5 sono di Vivendi; in squadra anche l'ad della società francese, nonchè ex-presidente di Tim, Arnauld de Puyfontaine.

Ieri Cdp ha smentito l'esistenza di dialoghi in corso con Vivendi o altri azionisti di Tim, confermando invece che «l'investimento nel capitale di Tim è coerente con la missione istituzionale della Cassa a supporto delle infrastrutture strategiche nazionali e rappresenta un sostegno al percorso di sviluppo e di creazione di valore, avviato dalla società in un settore di primario interesse per il Paese». La Cassa, nel cda di ieri sui conti, avrebbe anche deciso la posizione da tenere in assemblea confermando che voterà contro la mozione proposta da Vivendi. Del resto anche lo scorso 4 maggio il suo voto era stato determinante per la vittoria di Elliott. Comunque sia la possibile resa dei conti tra i due principali azionisti, se non si dovesse trovare un accordo, potrebbe esserci nelle settimane successive all'assemblea, quando il tema sulla separazione della rete e la sua eventuale integrazione con Open Fiber entrerà nel vivo.

E certamente in questo caso la stessa Cdp, che certamente proverà a mediare tra Elliott e Vivendi, potrebbe anche puntare a una rappresentanza nel cda, magari chiedendo per un suo rappresentante la carica di presidente.

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