Economia

Da Trump un assist all'auto Via i limiti «green» di Obama

Alleggerendo i costi alle Case il presidente Usa punta a potenziare le produzioni e tutelare i posti di lavoro

Pierluigi Bonora

In Europa torna prepotentemente alla ribalta il tema emissioni. E questo accade proprio nella giornata in cui al presidente americano Donald Trump si apprestava ad annunciare, presenti i responsabili dei gruppi automobilistici che producono nel Paese, una vera rivoluzione a loro favorevole sui limiti green. In pratica, un allentamento rispetto a quanto disposto dal predecessore Barack Obama. Lo scopo è quello di evitare costi esorbitanti ai produttori di auto e, allo stesso di tempo, di incrementare il loro impegno produttivo negli Usa. Due pesi e due misure, dunque, di qua e di là dell'Atlantico. In Europa nell'occhio del ciclone sono finite Audi e Renault. I procuratori di Monaco hanno ordinato una perquisizione nei due maggiori stabilimenti di Audi, guarda caso in coincidenza con la conferenza stampa di bilancio della Casa di Ingolstadt e all'indomani di quella del Gruppo Volkswagen, come per dare maggiore enfasi al blitz. L'indagine riguarda circa 80mila veicoli diesel di Audi venduti negli Usa tra il 2009 e il 2015, che potrebbero essere dotati del dispositivo che trucca i test che misurano le emissioni. La procura ha precisato che le auto distribuite in Europa non rientrano nell'inchiesta. Il cda di Audi ha espresso il suo sostegno all'ad Rupert Stadler, che guida la divisione di Vw dal 2007.

Bufera anche su Renault. E in questo caso fa discutere la prossimità delle elezioni presidenziali in Francia. La società è sospettata di aver messo, in atto da 25 anni, «strategie fraudolente» per passare i test di omologazione di alcuni dei suoi motori diesel e a benzina. È quanto emerge da un rapporto predisposto dalla Dgccrf, la Direzione generale per la concorrenza, i consumi e la repressione delle frodi di Parigi. Secondo il rapporto, l'«insieme della catena direttiva» dell'azienda sarebbe implicato in queste falsificazioni, le quali, si legge, «avrebbero avuto come obiettivo la falsificazione dei test anti-inquinamento» al fine di rispettare la normativa in vigore. Il documento, di cui ha rivelato l'esistenza Liberation, farebbe riferimento ai modelli recenti, anche se la Dgccrf, sulla base delle testimonianze di un ex dipendente, fa risalire queste pratiche al 1990. Renault, da parte sua, smentisce con forza le indiscrezioni di Liberation. Il gruppo, inoltre, precisa «che nessuno dei suoi servizi ha violato le regole europee o nazionali relative all'omologazione dei veicoli».

Per due vicende che rischiano di diventare bollenti, una invece si raffredda.

Italia e Germania hanno trovato «una visione comune» sulla necessità che Fca prenda misure al fine di ridurre il livello delle emissioni di ossidi d'azoto, per cui la Commissione Ue ha concluso la sua mediazione.

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