Economia

Twitter perde il 10% in Borsa È troppo «piccolo» per il web

Il sito di microblogging ha «solo» 284 milioni di utenti contro gli 1,3 miliardi di Facebook. Bene i ricavi, ma salgono le perdite

Twitter è troppo «piccolo» per il web. Il sito di microblogging che tanto piace alla gente che piace, politici, cantanti, attori, sportivi non riesce a «sfondare» nel cuore degli analisti a cui un «twitt» certamente non basta. Ieri a Wall Street, dopo una trimestrale deludente il titolo, dei cinguettii ha perso oltre il 10%.

Il problema di Twitter è che ha «solo» 284 milioni di utenti, pochi rispetto al super social netweork per eccellenza Facebook, che ne può contare 1,3 miliardi, ossia più di 4 volte tanto. E dato che sul web è il numero degli utenti a fare la differenza, si capisce perché Twitter, che da un anno all'altro è cresciuto «soltanto» del 23%, abbia problemi di bilancio.

La società ha aumentato i ricavi, ma anche le perdite, che nel terzo trimestre sono aumentate a 175,5 milioni di dollari, o 29 cent per azione dai 64,6 milioni dello stesso periodo dell'anno scorso. I ricavi (pubblicità) invece, grazie all'uso sempre maggiore degli apparati mobili, balzano del 114% a 361,3 milioni, al di là delle stime che la stessa Twitter aveva offerto a luglio e leggermente meglio delle attese degli analisti. Il problema è che le aspettative nei prossimi tre mesi sono meno rosee rispetto a quelle dei tre appena trascorsi. E anche la crescita degli utenti, in prospettiva, appare decrescente: solo il 4,8% in più rispetto al secondo trimestre.

«Abbiamo avuto un trimestre solido. Ho fiducia nella nostra capacità di creare la più grande platea di pubblico al mondo, riducendo le barriere al consumo e realizzando nuove app e servizi» - ha spiegato l'ad di Twitter, Dick Costolo. Per il quarto trimestre, Twitter stima ricavi fra i 440 e i 450 milioni di dollari, mentre per l'intero anno ha rivisto al rialzo le proprie previsioni: i ricavi si attesteranno fra gli 1,365 e gli 1,375 miliardi di dollari, in aumento rispetto agli 1,31-1,33 miliardi di dollari stimati in precedenza.

A spingere i ricavi nel terzo trimestre è stata la raccolta pubblicitaria, salita del 109% a 320 milioni di dollari, di cui l'85% da pubblicità su dispositivi mobili. Nel 2013 Twitter ha conquistato lo 0,3% della pubblicità digitale globale, un mercato in crescita che quest'anno, secondo alcune stime, dovrebbe toccare i 140,7 miliardi di dollari.

Gli analisti però sono scettici: Nomura e Bank of America Merrill Lynch hanno tagliato il rating del titolo da «buy» a «neutral» e Rbc ha abbassato la valutazione da «outperform» a «perform». Comunque Twitter resta in vantaggio rispetto al prezzo dell'Ipo avvenuta un anno fa. L'esordio in Borsa il 6 novembre scorso è avvenuto a 26 dollari ad azione. Oggi in Borsa ne vale, nonostante i ribassi di ieri e degli ultimi mesi, circa 40, con una capitalizzazione di 26,60 miliardi di dollari.

Quasi il doppio rispetto a una società di tlc monopolista come Telecom Italia.

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