Economia

Ultima chance per il contratto dei bancari

Vertice celebrato ieri a Roma tra Alessandro Profumo e le forze sociali per il recepimento in busta paga della tabelizzazione dell' Edr

Ultima chance per il contratto dei bancari

Un rinvio tecnico di 15 giorni che rappresenta l'ultima chance per evitare la rottura tra e Abi e sindacati sul rinnovo del contratto dei 300mila bancari italiani. Questo l'esito del vertice celebrato ieri a Roma al primo piano di Palazzo Altieri tra il capo delegazione delle banche Alessandro Profumo e le forze sociali. I lavori riprenderanno il 6 ottobre per poi proseguire l'8. Il casus belli immediato è il recepimento in busta paga della «tabelizzazione» dell' Edr, prevista a fine giugno dal contratto vigente, cui si oppone però l'Abi, proponendo di tenere di fatto tutto congelato fino a marzo.

L'Edr peserebbe sul sistema per circa 80 milioni l'anno (lo 0,71% del contratto) ma per la lobby delle banche rappresenta l'occasione per ribadire che il costo del lavoro nel settore è già oggi fuori controllo e quindi oltre non si può andare. Visti anche i tassi schiacciati a zero dalla Bce di Mario Draghi e la mannaia degli stress test europei: i risultati sono attesi tra il 17 e il 30 ottobre. A rendere, in forma plastica, la determinazione dell'Abi, ieri ai fianchi di Profumo sedevano gli emissari nel «Casl» di Intesa Sanpaolo, Omar Lodesani, e di Unicredit, Paolo Cornetta. AD agosto è inoltre terminato il congelamento degli scatti di anzianità e la dinamica di questi aumenti incide per un ulteriore 0,48%, altri 60 milioni circa.

Da qui la mossa dell'Abi di tornare a minacciare la disdetta del contratto per lasciare campo libero a una devolutionistituto per istituto, e la manovra diversiva dei sindacati per riunire i propri direttivi. Se un accordo sull'Edr pò essere trovato, le distante sul contratto restano abissali. Con i sindacati impegnati a gestire anche le frizioni interne alla Fisac-Cgil rispetto al segretario Agostino Megale, pronto ad andare subito allo scontro sull'Edr: ad agitare le acque è la minoranza che si riconosce in Enrico Segantini. «Non accettiamo l'atteggiamento dell'Abi che ha minacciato di disdettare il contratto nazionale con l'obiettivo di sostituirlo con contratti aziendali e di gruppo», ha detto il leader della Fabi, Lando Maria Sileoni, augurandosi che «prevalga il buonsenso e un atteggiamento responsabile da parte dei banchieri».

L'Abi deve rispettare gli impegni presi», ha ribadito la linea il segretario della Fiba, Giulio Romani.

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