Economia

Unicredit accelera sul nuovo ad ma incassa il no dei manager esteri

Vita: «La partita si può chiudere presto». Visco va in pressing

Vincenzo Visco fa suonare la sveglia: «Serve sicuramente un'amministrazione che funzioni, confido che questo abbia luogo in tempi brevi». Parole che sembrano essere state raccolte da Unicredit, ancora a caccia del sostituto di Federico Ghizzoni. A sentire Giuseppe Vita, presidente dell'istituto, la ricerca avrebbe avuto un'accelerazione tale da consentire «relativamente presto» di chiudere la partita, con la possibile nomina che potrebbe essere sottoposta già in occasione del prossimo board della banca di piazza Gae Aulenti, in programma l'11 luglio. O, al più tardi, entro la fine di luglio come aveva indicato in precedenza lo stesso Vita.

La sensazione che qualcosa si stia muovendo è data anche dal fatto che, secondo quanto risulta a Radiocor, mercoledì scorso si è riunito il comitato ristretto del cda della banca incaricato della prima analisi dei candidati. È stata l'occasione per esaminare i curriculum presentati nella lista dal cacciatore di teste Egoh Zehnder. Un nuovo incontro c'è stato anche ieri, con l'obiettivo di mettere a punto una short list con il profilo ricercato: quello di un manager con solide competenze sul mercato nazionale, ma con un background di esperienze all'estero così come si conviene a un istituto con forti ramificazioni oltre confine. Il problema è che alcuni banchieri stranieri hanno già rifiutato a causa «di una politica di remunerazine abbastanza conservativa» in Italia, ha ammesso Vita. Oltre alla solita rosa di papabili che da giorni viene indicata sui giornali, ieri un quotidiano ha aggiunto la novità di Fabio Innocenzi, attuale amministratore delegato di Ubs Italia, in passato al Banco Popolare. Tra i rumors anche quello di un candidato proveniente dalla City di Londra.

Un altro fronte caldo riguarda l'ipotesi di un aumento del capitale da 5 miliardi che potrebbe essere accompagnato dalla vendita di alcuni asset. Vita ha spiegato che il consiglio sta discutendo varie opzioni per consolidarsi, ma ha escluso la possibilità che la banca possa uscire dal mercato tedesco e austriaco.

«Unicredit continuerà a essere una banca europea».

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