Economia

Vendetta per Apple: multa ad Airbus

Il Wto condanna la Ue per aiuti di Stato. E Boeing vuole 100 miliardi di risarcimenti

Maddalena Camera

Continua la guerra commerciale tra Stati Uniti ed Europa. A finire nel mirino questa volta è Airbus, il colosso degli aerei che fa concorrenza all'americana Boeing. Nel caso in questione la World Trade Organization (WTO, l'Organizzazione mondiale del commercio) ha rilevato che l'Unione europea e alcuni Paesi membri avrebbero fornito aiuti di Stato alla società che ha sede a Tolosa e si regge sull'asse Francia-Germania.

Una mossa che pare anche come l'ennesima ritorsione che tocca un altro colosso dell'industria europea, dopo le pesanti sanzioni (15 miliardi di dollari) inflitte a Volkswagen sul fronte delle emissioni truccate dei gas di scarico. E quelle richieste a Deutsche Bank (14 miliardi) per i prodotti tossici venduti in Usa.

Nello scambio di reciproche cortesie la Ue ha invece attaccato alcune aziende Usa sul piano fiscale. Il commissario alla concorrenza Margrethe Vestager ha affibbiato ad Apple 13 miliardi per indebiti vantaggi fiscali avuti dall'Irlanda. E lo stesso si appresta a fare con altre aziende come Google.

Il caso in questione è diverso ma i contendenti sono sempre gli stessi: Usa e Europa. Nello specifico, il Wto ha giudicato illegittimi sussidi per 22 miliardi di dollari, nell'arco di 10 anni, che hanno generato un danno «reale e sostanziale» alla concorrente Usa Boeing. Negli Stati Uniti questa decisione è stata accolta dal colosso aereonautico di Seattle (la stessa città di Microsoft e Amazon) con grande soddisfazione. E pure dal governo: «È una vittoria per gli Usa e per i nostri lavoratori» ha detto il ministro del commercio Usa, Michael Froman. Secondo il Wto, Germania, Francia, Regno Unito e Spagna avrebbero finanziato illegalmente i progetti di diversi modelli di Airbus. E per Boeing, gli Usa potrebbero domandare 10 miliardi di dollari all'anno di danni alla Ue come compensazione per gli aiuti trasferiti nell'arco di 10 anni. Quindi 100 miliardi. Il Washington Post ricorda che il Wto aveva ordinato nel 2011 la sospensione di questi sussidi che sarebbero costati alla Boeing almeno 400 vendite di aerei in meno nel mondo, soltanto nel biennio 2012-2013.

La decisione di ieri arriva dopo una serie di reclami sui sussidi al settore aereo che costituiscono la più grande disputa commerciale al mondo, ancora in corso dopo 12 anni di aspro scontro. Il Wto contesta all'Europa di non essersi conformata a tutte e 36 le contestazioni avanzate dall'organizzazione, tranne che per due di queste. In compenso presso il Wto pende ancora una contro-denuncia europea su aiuti uguali e contrari da parte di Washington per la società di Seattle. Va sottolineato comunque che la decisione presa non comporta ancora sanzioni ed è passibile di appello da parte di Bruxelles. L'Ue ha giù fatto sapere che sta infatti valutando di presentare ricorso, giudicando «insoddisfacenti» alcune motivazioni della decisione.

Da sottolineare che, secondo il quotidiano americano, potrebbe aprire le porte a una nuova stagione di dazi nel comparto, in un periodo in cui il commercio mondiale già vive una forte fase di rallentamento e in cui molte giurisdizioni accarezzano il ritorno al protezionismo. Quanto ad Airbus, la società non naviga in buone acque e sta preparando un piano di tagli.

L'obiettivo del piano a cui lavorano i vertici, ha spiegato nei giorni scorsi il Financial Times, è compensare i costosi ritardi nella consegna di velivoli e minimizzare le perdite sull'A380 da 555 posti a sedere.

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