Economia

Vendita Ilva appesa a un filo La Ue in pressing sull'Italia

Scontro tra Galletti ed Emiliano sul piano ambientale Vestager: «È una priorità, ma non sappiamo i tempi»

Vendita Ilva appesa a un filo La Ue in pressing sull'Italia

La vendita-salvataggio dell'Ilva è sempre più in un vicolo cieco. A pochi giorni dallo stop del governo alla trattativa per la cessione del gruppo siderurgico alla cordata AmInvestco (Arcelor Mittal 85% e Marcegaglia 15%) è nebbia fitta sul verdetto europeo che deve dare il via libera all'operazione, così come sull'esito dello scontro interno che si sta consumando tra governo ed enti locali. Appesi a un filo (perché la cordata potrebbe ritirarsi o perché le elezioni politiche sono alle porte) sono i 14mila dipendenti del gruppo, e l'emergenza ambientale che grava su Taranto. «Trattiamo la questione Ilva con alta priorità, come facciamo con questi casi di acquisizione. Abbiamo scadenze molto strette, ma qui stiamo cercando di muoverci il più rapidamente possibile», ha commentato la commissaria Ue alla Concorrenza, Margrethe Vestager, ammettendo però che «sfortunatamente non si può dire quando ci sarà una decisione anche se l'indagine approfondita sugli effetti per il mercato dell'acquisizione è iniziata prima della scadenza legale, in modo da far muovere le cose il più velocemente possibile». La Commissione Ue ha nel frattempo fatto sapere che le opere di bonifica e decontaminazione dell'impianto di Taranto «non devono subire alcun rinvio». L'orizzonte resta comunque incerto visto che, per altro, la deadline dell'Antitrust Ue è fissata il 23 marzo 2018. E l'Europa potrebbe costringere AmInvestco a un riassetto dei soci. Marcegaglia, infatti, potrebbe dover lasciare la cordata.

Intanto, sul fronte interno, si stringe il cerchio intorno al presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano che impugnando il decreto ambientale ha causato lo stop della trattativa, gettando sull'Ilva ulteriore incertezza: il verdetto del Tar sull'impugnativa. Da più parti, sindacati e politici, hanno invitato Emiliano al passo indietro. «Il piano B non c'è, è una posizione incomprensibile e irresponsabile», ha detto il ministro dell'ambiente Gianluca Galletti. «Rifiuto le dichiarazioni di Emiliano quando dice che gli enti locali non sono stati coinvolti nella redazione delle modifiche all'Aia», ha detto ricordando che «il progetto è stato messo in consultazione pubblica e che Emiliano in maniera strumentale omette di dire che in fase consultiva è stata aggiunta una limitazione alla produzione».

Da parte sua Emiliano, supportato dal Codacons, non vuole uscire dalla trincea: «Subiamo dal governo un trattamento vergognoso. Questa è una vicenda sbagliata da rimettere indietro con la moviola. Sediamo al tavolo alla presenza del sindacato, senza il quale non si può discutere dei piani», ha detto intervenendo in consiglio regionale dove ha schivato una mozione dell'opposizione per il ritiro del ricorso.

Il tutto, mentre fuori dal palazzo della Regione i lavoratori dell'Ilva di Taranto, con i sindacati Fim Cisl e Uilm, tentavano il pressing su Emiliano invitandolo al dietrofront.

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