Economia

Veneto Banca, stretta sui manager: sequestrati beni per 59 milioni di euro

In cinque accusati di aver ostacolato l'attività di vigilanza. Avrebbero acquistato pacchetti obbligazionari per 7,5 milioni a fronte dell'impegno della banca di riacquistarli

Veneto Banca, stretta sui manager: sequestrati beni per 59 milioni di euro

Si stringe il cerchio su imprenditori e manager di Veneto Banca. Questa mattinai finanzieri del Nucleo Speciale di Polizia Valutaria hanno sequestrato beni per 59 milioni di euro eseguendo il decreto emesso dal gip del tribunale di Roma. Il maxi sequestro rientra nel procedimento, ora in fase di udienza preliminare, che ha già portato agli arresti domiciliari nei confronti dell'ex ad dell'istituto, Vincenzo Consoli, e al sequestro di beni per vari milioni di euro che fanno a capo anche alla moglie Maria Rita Savastano.

Mentre la commissione Banche cerca di far luce sul fallimento di quattro banche, tra cui le due venete (Veneto Banca e Popolare di Vicenza) e gli oscuri legami con il governo Renzi, la giustizia fa il suo corso. Proprio oggi è stato eseguito un provvedimento di sequestro che riguarda altri cinque soggetti che, nella richiesta di rinvio a giudizio, la procura capitolina ha accusato di "ostacolo all'attività di vigilanza". La Finanza ha messo le mani su liquidi, immobili (undici fabbricati e diversi terreni) e autovetture di lusso. Il tutto per un valore di 59 milioni di euro.

Nel primo caso, come si evince dalle carte, l'accusa di ostacolo riguarda la realizzazione di un'operazione di portage da parte di quattro persone che, d'intesa con Consoli, avevano acquisito pacchetti obbligazionari del valore di 7,5 milioni di euro ciascuno (obbligazioni facenti parte di un prestito obbligazionario emesso dalla stessa Veneto Banca), a fronte della quale l'istituto aveva assunto l'impegno di un riacquisto da lì a breve.

La seconda ipotesi si riferisce a una "operazione baciata" che sarebbe stata ideata e realizzata da un manager dell'istituto con l'accordo dello stesso Consoli, in virtù della quale tre soggetti estranei, non destinatari del provvedimento, si erano impegnati ad acquisire consistenti pacchetti di azioni Veneto Banca ricevendo dall'istituto, quale contropartita, l'impegno a riconoscere un tasso di interesse del 3% (clausola notoriamente inusuale per i titoli azionari) per poi procedere al riacquisto delle stesse azioni tramite soggetti terzi.

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