Economia

Come vincere in Borsa dopo le ferie

Oro, valute e "Pac" azionari per guadagnare fino al 10% prima delle elezioni Usa

Come vincere in Borsa dopo le ferie

L'investimento che ha fruttato di più ai risparmiatori italiani da inizio anno è stato l'oro (+22,1%) seguito dagli Etf focalizzati sul petrolio (+17,9%); in rosso invece i fondi i fondi azionari Europa (-6,3%) e Italia (-16,5%). Ecco allora tre portafogli per investire nei prossimi due mesi, ovvero fino alle elezioni americane dell'8 novembre (salvo che il referendum italiano sulla riforma del Senato si tenga prima). Sapendo che ci sono molte incognite: dalla politica dei tassi Usa (venerdì il capo della Fed, Janet Yellen, parlerà a Jackson Hole) al «caso Italia» per il problema delle banche e dei loro crediti in sofferenza.

SPUNTARE UNA RENDITA DELL'1% CON POCO RISCHIO

Per chi ha l'obiettivo di preservare il capitale, la prima scelta è parcheggiare il denaro nei depositi bancari, avvalendosi però di un consulente per investire in Borsa a mano a mano che ci si avvicina all'8 novembre e in funzione di come si muoveranno i mercati. È bene quindi scegliere un conto di deposito a zero spese e contratti che consentono di svincolare le somme depositate in qualunque momento, senza costi né penali. L'alternativa sono i pronti contro termine e i fondi monetari euro che, tuttavia, offrono rendimenti vicino allo zero e sono meno flessibili. Ci sono poi due modi per puntare a realizzare in questi due mesi un rendimento prossimo all'1%, con rischi ridotti. Il primo è investire, fino al 5% massimo, in Etf specializzati in oro: malgrado le quotazioni del metallo giallo siano vicine ai massimi del 2016, l'oro è uno dei beni rifugio che meglio si è comportato anche dopo la vittoria della Brexit. La seconda opzione è sottoscrivere (sempre fino al 5%) un fondo o un Etf monetario in dollari: è probabile che il biglietto verde (il fixing con l'euro è 1,13) si apprezzi nelle prossime settimane tra il 5% e l'8% grazie al possibile rialzo dei tassi Usa e al delinearsi della sfida per la Casa Bianca.

CON ORO E DOLLARI PER STRAPPARE IL 4%

Chi è disposto a tollerare qualche scossone in più (paragonabile a quelli delle quotazioni giornaliere dei Btp) per avere, in cambio, la possibilità di guadagnare fino a tre volte il Btp, ovvero tra il 3,5% e il 4%, può invece comperare un Etf in oro (fino a un massimo del 10%) e un Etf o un fondo monetario area dollaro (fino al 5%). Se tutto dovesse andare male, le perdite di portafoglio potrebbero attestarsi tra i due e i tre punti percentuali. Per completare il portafoglio è bene poi aggiungere un ulteriore 5% in fondi obbligazionari area dollaro, che dovrebbero beneficiare del ribasso dei tassi a medio lungo termine per via degli ingenti acquisti sui titoli americani, tra i pochi espressi in una valuta forte che riconoscano ancora un certo rendimento (rispetto a quelli tedeschi, giapponesi e inglesi che pagano zero o sono in territorio negativo). Un'ulteriore opportunità, con una rischiosità circoscritta, sono poi gli Etf e fondi inflation linked (per un massimo del 10%). Comperandoli agli attuali prezzi incorporano tassi di inflazione ai minimi: è sufficiente che i prezzi al consumo crescano più del previsto (per esempio, in Europa all'1,5-2%, e negli Usa al 2,5-3%) per registrare ingenti guadagni. Interessanti anche i titoli dei mercati emergenti: è bene però limitarne il peso entro un tetto del 10% (di cui 2-3% azioni e 7-8% in bond in dollari). Consigliati da un consulente di fiducia (come quelli delle grandi rei di promotori), è poi bene adottare un piano di versamenti settimanali (9-10 in tutto fino all'8 novembre) in Etf e fondi azionari al fine di sfruttare le correzioni dei listini.

CAMBI E AZIONI «EMERGENTI» PAGANO FINO AL 10%

Per puntare a un guadagno compreso tra il 5% e il 10%, occorre esporsi a rischi elevati che, in caso di scenario avverso, potrebbero provocare perdite superiori al 10%. Chi ha i nervi saldi, può quindi investire un 10% in Etf in oro e un altro 10% in Etf e fondi governativi Usa. Si può poi aggiungere un altro 10% in Etf e fondi obbligazionari Paesi emergenti: da preferire (7%) quelli in dollari, che rendono un po' meno (5% circa) ma sono più stabili di quelli in valuta locale. Quanto alle obbligazioni è poi necessario fare posto (10%) agli high yield Usa: meglio però evitare gli Etf e preferire un fondo a gestione attiva, così da limitare (o evitare) l'esposizione al settore energia americano, che potrebbe registrare un alto rischio di fallimenti (default). Il vero motore di questo portafoglio (e, al tempo stesso, il maggiore fattore di rischio) è però rappresentato dalla scommessa sulle valute. Lo strumento a cui ricorrere sono gli Etf a leva (3 o 5) che moltiplicano (rispettivamente per tre e cinque volte) le variazioni di cambio giornaliere. Il consiglio è di puntare un 10% sugli Etf 5x long Usd short euro, un 5% sugli Etf 5x long yen short euro e un altro 5% sugli Etf 5x short sterlina long euro. Si tratta, però, di scommesse ad alto rischio; è quindi bene fissare sia livelli minimi di guadagno (come il 10%) sia massimi di perdite (-15%), una volta raggiunti i quali è bene vendere. Quanto invece alle azioni, il focus è sulle Borse dei Paesi emergenti che, sebbene siano salite molto da inizio anno, presentano ancora valutazioni interessanti. Lo stesso si può dire del settore tecnologico.

In questo caso, come nel caso dell'azionario Paesi emergenti, la raccomandazione è affidarsi a bravi gestori «attivi» che, selezionando i titoli migliori, possono garantire un extra rendimento rispetto agli indici.

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