Economia

Viola: «Zonin era peggio di Mussari»

Ecco come funzionava la Vicenza: scoperchiato il sistema che ha distrutto la banca

Camilla Conti

La situazione delle banche venete è grave, peggio anche di Mps. Ne è convinto Fabrizio Viola, che prima di ricevere dal fondo Atlante il timone della Pop Vicenza era ad di Rocca Salimbeni.

In un'intervista a Radio 24, Viola ha spiegato che la differenza sta nel danno reputazionale. «A Siena nessuno ha mai messo, nemmeno i precedenti gestori, le mani in tasca ai clienti; e quando i clienti sono usciti l'hanno fatto per paura, ma non per arrabbiatura». Mussari quindi meglio di Zonin? «Dal punto di vista del rapporto con i clienti direi di si», ha risposto Viola.

L'ad nei giorni scorsi, insieme al cda, ha presentato in Tribunale l'atto di citazione contro la passata gestione della Vicenza chiedendo almeno due miliardi di danni a 32 ex amministratori. Nelle 340 pagine del documento vengono descritte nel dettaglio le condotte messe in atto negli anni della gestione Zonin che sono costate alla banca circa 4 miliardi di perdite in tre anni e l'azzeramento degli investimenti per 118mila soci, molti dei quali privi di un profilo adeguato per investire in titoli rischiosi. Una ricostruzione complicata anche perché tutte le mail dei principali soggetti coinvolti sono state cancellate dal server della banca e - «incredibilmente», si legge nell'atto - non conservate nel sistema di backup, il quale registra un vuoto di quasi un anno. Vuoto, da maggio 2014 a marzo 2015, che coincide con gli ultimi aumenti di capitale e con la campagna «svuotafondo» con cui l'istituto si era liberato delle azioni proprie che aveva in portafoglio. «In una banca le mail sono come l'archivio e quindi questa cosa a mio avviso è di grande gravita», ha commentato ieri l'ad Viola.

In questi giorni Zonin e Sorato, ascoltati dai pm che indagano sul dissesto dell'istituto con le accuse di aggiotaggio e ostacolo alla vigilanza, si rimpallano le responsabilità. Ma anche la battaglia in tribunale promossa dai nuovi vertici è solo all'inizio e l'entità del danno al momento stimato per la Vicenza attorno ai due miliardi di euro potrebbe aumentare. «Vi sono altri profili tuttora oggetto di verifica», si legge nell'atto di citazione, «che potrebbero condurre a nuove contestazioni» con riferimento ad altre operazioni straordinarie come, «ad esempio, la partnership con cattolica Assicurazioni che da sola ha determinato perdite straordinarie per la banca per diverse centinaia di milioni». Non solo. Nei prossimi giorni anche Veneto Banca dovrebbe portare in tribunale un dossier simile a quello messo sulla scrivania del giudice di Venezia da Fabrizio Viola e dal cda dell'istituto berico.

Martedì 11 aprile i presidenti e gli ad delle due venete presenteranno a Padova i risultati definitivi dell'offerta di transazione fatta ai soci «azzerati» conclusa con circa il 72% delle adesioni per Vicenza. Ma l'appuntamento più caldo si preannuncia l'assemblea della Pop Vicenza convocata per venerdì 28 aprile. Sul tavolo, l'approvazione del bilancio 2016 chiuso con un rosso di 1,9 miliardi. In attesa del verdetto di Bruxelles sulla richiesta di ricapitalizzazione precauzionale che non è ancora scontato considerando le recenti dichiarazioni del Commissario Ue, Margrethe Vestager, secondo la quale la strada è ancora «abbastanza stretta».

In un'intervista alla Nuova Venezia, Mion, ha sottolineato che se la Commissione darà il via libera al salvataggio di Stato, i nuovi manager dovranno ripensare, riorganizzare e rilanciare la banca.

«E non basterà un cerotto».

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