Economia

Vivendi in manovra su Telecom per giocarsi la partita Mediaset

Voci, smentite, di cessione del 24%. Mentre Pier Silvio Berlusconi apre ai francesi. Il Biscione sale in Borsa

Vivendi in manovra su Telecom per giocarsi la partita Mediaset

Azionisti di lungo periodo di Telecom Italia o investitori pronti a cederne la quota di maggioranza (24%) pur di creare con Mediaset un campione europeo della tv in chiaro e a pagamento? Questo è l'interrogativo che pende in Borsa su Vivendi. Difficile capire oggi quali siano le reali strategie di Vincent Bollorè, presidente di Vivendi, che ha tentato la scalata a Mediaset, di cui ha quasi il 30%, ma che si ritrova invischiato in una guerra legale che potrebbe costargli 1,8 miliardi.

Molto dipenderà da come andrà la causa pendente in tribunale per il mancato acquisto da parte dei francesi di Mediaset Premium, la tv a pagamento del Biscione. E se i francesi ostentano sicurezza, gli italiani hanno in mano un contratto firmato vincolante. Per uscire dall'impasse si ricorrono voci di possibili vendite o scambi azionari di Vivendi con la quota da loro posseduta in Telecom che vale circa 3 miliardi di euro. Vendendo, riferisce l'agenzia Bloomberg citando fonti prossime al dossier, Vivendi ridimensionerebbe le preoccupazioni dei regolatori italiani sull'influenza del gruppo di Bollorè nel nostro Paese.

Vivendi però ha prontamente ribadito in un comunicato di non voler vendere la quota di Telecom Italia, nella quale si propone invece di restare come azionista di lungo corso. Vero è che un acquirente potenziale di Telecom potrebbe essere Orange. E Vivendi in Orange, dopo le elezioni in Francia, potrebbe trovare un alleato in Alexandre Bompard, legato a Bollorè, che qualcuno vede già come prossimo ad della società di telecomunicazioni.

Comunque sia l'obiettivo immediato di Vivendi sarebbe una fusione di Mediaset e Canal Plus. Poi alleanze forti con operatori di rete ex-monopolisti, come appunto Orange e Telecom in Italia, garantirebbero un buono scudo rispetto ad altri competitor nella tv in chiaro e a pagamento. All'orizzonte non c'è infatti solo Netflix, ma anche altri gruppi Usa come Liberty Media e la stessa Sky, diventata 21 Century Fox. Malgrado la guerra in corso, un accordo «amichevole» tra Mediaset e Vivendi è sempre possibile. Lo ha ribadito anche Pier Silvio Berlusconi: «Siamo disponibili a valutare eventuali proposte». Peccato che fino a questo momento, secondo Mediaset, di offerte per sedare il contenzioso su Premium non ne siano arrivate. Da sottolineare che una scalata ostile al gruppo italiano è tutt'altro che facile non solo perché il 40% circa è in mano a Fininvest, ma anche perché ci sono leggi che impediscono il controllo contemporaneo di aziende di tv e tlc.

Intanto Mediaset ha presentato il suo piano al 2020 che vede un ridimensionamento di Premium sul fronte del calcio. Le partite di Champions e di Serie A costano infatti 600 milioni all'anno. Eliminando questi costi, calerebbbero anche i ricavi ma i conti della pay tv andrebbero in pareggio. Il ridimensionamento ha però preoccupato i sindacati che hanno chiesto un incontro all'azienda.

Mentre l'apertura su Vivendi e i tagli di spesa promessi hanno spinto il titolo Mediaset in Borsa: +1,5 per cento.

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