Economia

Voci di addio alla Polonia Unicredit vola in Borsa +6,6%

Il gruppo Pzu vuole il 40% di Pekao. E in Piazza Affari ripartono le banche con Intesa (+5%) e Ubi

Cinzia Meoni

Le grandi manovre in corso in Piazza Gae Aulenti in vista del nuovo piano industriale che sarà firmato dal neo ad Jean Pierre Mustier mettono le ali a Unicredit in Borsa: +6,6% a 2,09 euro il titolo. Il mercato punta su un'accelerazione nell'uscita dalla Polonia con la vendita del rimanente 40% che Unicredit detiene in Bank Pekao e, di conseguenza, su una sensibile riduzione della necessità di rafforzare il capitale. Ora gli analisti stimano un fabbisogno di 5-8 miliardi. Riflettori accesi anche su FinecoBank (+7,9% a 5,3 euro in Borsa), un'altra partecipata che potrebbe diventare protagonista della riorganizzazione e di cui, lo scorso luglio, Unicredit ha venduto il 10 per cento.

Da Piazza Gae Aulenti tutto tace e si rinvia al piano che sarà presentato in autunno. Al suo insiediamento, avvenuto in luglio, Mustier, aveva indicato come business strategici oltre all'Italia, la tedesca Hvb e il corporate & investment banking, annunciando che ogni altra attività sarebbe state oggetto di valutazione. E ieri fonti di stampa polacche hanno appunto riportato che Michal Krupinski, amministratore delegato del gruppo finanziario Pzu, sarebbe diretto a Milano per negoziare l'acquisto del 40% di Pekao rimasto a Unicredit dopo la vendita del 10% del capitale avvenuta a luglio (e per cui, peraltro, la banca milanese ha preso in impegno a non vendere fino all'11 ottobre).

Il possibile riassetto di Unicredit, che da inizio anno ha perso il 60% del proprio valore di Borsa, ha trascinato l'intero settore in Piazza Affari (+2,5%, il miglior risultato in Europa), dove hanno strappato anche Intesa Sanpaolo (+4,9%), Banco Popolare (+4,5%), Ubi (+7%), Bipiemme (+3,6%) e Mediobanca (+5,2%). D'altro canto a Varsavia, Pekao e Pzu, hanno lasciato sul terreno rispettivamente il 2,1% e il 3,3 per cento.

L'eventuale uscita dalla Polonia, a giudizio dei broker, porterebbe a Unicredit un miglioramento in termini di patrimonializzazione (Equita e Mediobanca calcolano un beneficio di cento punti base sul Cet1 che, a fine giugno, si attestava al 10,33%). La vendita di Pekao sulla base della valorizzazione di luglio potrebbe far incassare a Unicredit 3,5 miliardi e rappresenterebbe per Mediobanca la «più ampia risorsa disponibile per minimizzare l'impatto della ricapitalizzazione sugli azionisti». «Crediamo che la cessione di Bank Pekao possa parzialmente compensare la necessità di capitale di Unicredit che stimiamo pari a 7 miliardi di euro» sostiene Banca Imi. Per contro tuttavia, la cessione di Pekao porterebbe a una contrazione dell'utile (del 10% per Equita e del 7% per Mediobanca) e, secondo Banca Imi, a una riduzione delle «opportunità di crescita nel lungo termine». Quanto a FinecoBank, secondo alcuni broker, la cessione di Pekao farebbe diminuire l'urgenza di fare cassa cedendo altre quote del gruppo di online banking, ma nessuna ipotesi è esclusa. Rimane invece aperto il fascicolo Pioneer dopo il divorzio da Santander con cui era stato previsto un progetto di integrazione mai decollato.

Ieri infine Unicredit, dove Capital Research è salita al 5,08% dal 4,87%, ha conferito il mandato a un pool di banche per il lancio di un covered bond decennale.

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