da Torino
Cera una convinzione, nella storia dellopera: che Edgar, seconda opera del giovane Puccini, fosse brutta. Nellanno pucciniano, il Teatro Regio di Torino lha ripresentata; e lo ha fatto in unedizione in cui, grazie allaccanito lavoro della musicologa Fairtile, è stato recuperato un atto intero, sconosciuto. In questo modo si può correggere la valutazione. Edgar è infatti molto brutta.
Libretto demenziale del poeta Fontana: un eroe ama una quieta candida, arriva una dissoluta focosa, lui sinnervosisce, incendia la casa del padre, ferisce il fratello di lei, va a stare con la corrotta; poi parte per la guerra, pare morto eroicamente, invece è travestito da frate e smaschera le sue stesse colpe; dopo varie peripezie si ricongiunge con la candida che però viene ammazzata dalla dissoluta. Nellatto sconosciuto, la candida dice che si sente morire e i presenti promettono di compiangerla. Alla demenzialità selvaggia del povero Fontana il regista Mariani e lo scenografo e costumista Balò aggiungono una demenzialità intellettuale ambientando la vicenda medievale in un prato ottocentesco con intervento dellesercito sabaudo.
Finché non vedo lautografo, non riesco a credere che latto sconosciuto sia autentico: pare una trafila di canzoni strumentate alla buona. Yoram David dirige a molti decibel, Amarilli Nizza simmola con generosa bravura, José Cura si avventa sui moltissimi acuti come li dovesse ingoiare.
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