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Elefanti e delfini stuprano. E la colpa è dello stress

Sono da sempre considerati pacifici, ma gli studiosi hanno scoperto che mutamenti nell’habitat li rendono aggressivi verso le femmine. I mammiferi marini inseguono la vittima per giorni costringendola a orge Le foche attaccano i pinguini

Elefanti e delfini stuprano. E la colpa è dello stress

Mariella Meroni

Viene in mente la celebre battuta di Blade runner: «Ho visto cose che voi umani non potreste immaginarvi». Gli animali, ormai si sa, hanno sensazioni ed emozioni simili all’uomo. Addirittura di recente alcuni biologi hanno scoperto che la violenza sessuale è un fenomeno diffuso anche nel regno animale, cioè avvengono stupri veri e propri.
Gli studiosi Parker dell’università di Liverpool e Brock dell’università di Cambridge hanno pubblicato sulla rivista «Animal Behaviour» una ricerca su questo tema, dimostrando che gli animali «stupratori» comprendono diverse specie, e spesso l’abuso sessuale viene praticato anche in gruppo. Inquietante sapere che questa pratica è in aumento anche nelle bestie, un po’ come accade purtroppo nella nostra società umana.

Lo studio ha inoltre rilevato che questo comportamento sessuale anormale, non consono negli animali, può nascere a volte anche per la distruzione del loro habitat, generando forti stress ed aggressività, tanto da far dimenticare le buone maniere. La lista dei «violentatori» chiamati in causa comprende: elefanti, trichechi, foche, oranghi, delfini, la pecora bighorn, alcuni pennuti e api. I delfini, mammiferi protagonisti degli oceani e tanto amati dall’uomo, mai si sarebbe immaginato che potessero essere anche violenti e crudeli, tanto che perfino gli squali li temono. E i maschi violentano le femmine. I giovani tursiopi a volte inseguono in gruppo una femmina, anche per giorni, per poi costringerla ai loro piaceri. Quest’animale è proprio un libertino, e alla minima occasione parteciperà ad orge sfrenate senza distinzione di sesso o d’età. Le copulazioni sono sganciate dal bisogno procreativo, e pratica comune è quella di masturbarsi (mettendo il pene in posizione adatta per ricevere il passaggio dell’acqua).

Lo stupro è in uso pure tra gli oranghi. Si stima che il 70% degli accoppiamenti avvenuti di solito fra sub-adulti maschi e femmine giovani sono in realtà costretti con la forza, mentre le femmine mature sono in grado di proteggersi e difendersi. Un maschietto di foca è stato osservato mentre cercava di abusare di un pinguino. Gli scienziati che ripresero la scena, in principio ipotizzarono si trattasse di un attacco a scopo alimentare, ma la foca continuò a giocare con la sua vittima in modo esplicitamente sessuale per quasi un’ora, per poi lasciarla libera.

Fra i germani reali, è possibile trovare gruppetti di maschi intenti a molestare sessualmente una compagna: le saltano addosso, la prendono violentemente per il collo, la stuprano, e siccome tutto ciò avviene nell’acqua, capita che la poveretta venga tenuta sotto, col rischio di annegare. L’etologo Stone dell’università di Oxford riporta poi uno studio sull’ape solitaria (Anthophora plumipes), pure lei specialista in molestie sessuali. E poi le mosche scorpione: i maschi hanno una specie di pinza la cui unica funzione è quella di immobilizzare le mosche di sesso opposto per l’accoppiamento forzato. Ci sono dati che parlano perfino di elefanti che stuprano e uccidono rinoceronti.

Gli animali non sono cattivi, per capirli senza pregiudizi occorrono studio, attenzione e rispetto.

Ma se ci mettessimo a processarli e condannarli torneremmo al Medioevo, quando le creature, al rogo, ci andavano per davvero.

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