Elkann: «Marchionne fino al 2019»

Il presidente Exor: «Il suo successore sarà un interno, ma non io. L'asse con Peugeot? Non ci interessa»

Pierluigi Bonora

Arese (Milano) Gli azionisti di Exor, la «cassaforte» di casa Agnelli, si sono riuniti in assemblea al Museo Alfa Romeo di Arese. Il presidente John Elkann ha voluto far respirare agli investitori la nuova aria che alimenta il marchio, soprattutto in concomitanza del lancio sui vari mercati di Giulia. «Fca - ha detto Elkann - sta mettendo in atto una strategia mirata per riportare il marchio in alto». E sul nuovo ad, il canadese Reid Bigland: «Potrà dare un'accelerazione. Si apre una fase nuova». Resta il fatto che, in Germania, alcuni media, nel commentare la dura posizione del governo verso presunte irregolarità nelle emissioni diesel, abbinano ai pezzi la foto di Giulia, non ancora in strada.

Una sorta di «vendetta» dopo le dichiarazioni di Sergio Marchionne e dell'ex ad di Alfa, Harald Wester, sui rivali tedeschi? Laconico, Elkann: «Auspichiamo ci sia un coordinamento tra le varie autorità, chi omologa e quali sono gli adempimenti».

Presente e futuro di Fca, insieme ai piani extra auto di Exor (editoria, soprattutto) di Exor sono stati al centro dell'assemblea. E il mercato ha risposto positivamente alle rassicurazioni del presidente: Exor +5,3% a 34,08 euro; Fca +2,9% a 6,39 euro; Ferrari, nonostante le delusioni in F1, +2,6% a 37,85 euro. Elkann, in proposito, ha voluto ricordare una massima del bisnonno: «Nella tecnica, nell'industria, non progredire significa retrocedere». Il discorso è così scivolato sul progetto di consolidamento, lanciato più di un anno fa da Marchionne, ancora al palo. L'ipotesi Psa, visto che l'Eliseo sarebbe pronto a cedere la sua quota del 13,7%, è stata scartata dal presidente di Exor e Fca. «Un'eventuale operazione di aggregazione con i francesi non ci farebbe realmente cambiare dimensione». Un commento anche sui rumors rilanciati dal Giornale a proposito di Gac, il socio cinese che ambirebbe a espandere l'alleanza, per ora limitata alla Cina: «Con Gac non c'è nulla al di là di accordi produttivi». E più in generale: «Se si presentano opportunità convenienti le valuteremo. Ci aspettiamo di poter fare operazioni tali da cambiare realmente le dimensioni». Una sfida nella sfida visto che lo scorso anno, attraverso una slide, Marchionne, forse certo di mettere le mani su Gm, disse che «si tratta di scegliere tra la mediocrità oppure un radicale cambiamento del paradigma per l'industria».

Il presidente di Exor, reduce da un tour in Corea e in Giappone («in questi Paesi c'è voglia e desiderio di marchi come i nostri»), si è soffermato anche sul tema della successione, quando, nel 2019, l'attuale ad, completato il piano di sviluppo, dovrebbe passare il testimone, con l'auspicio di aver trovato per Fca il partner ad hoc. «Il processo di selezione avverrà all'interno; e io non mi pongo tra i candidati». L'uscita eventuale di Marchionne da Fca, arriverà «nell'assemblea che approverà i conti 2018, quindi nel 2019», ha chiarito Elkann.

L'assemblea di Exor ha deliberato la distribuzione di un dividendo unitario di 0,35 euro per un ammontare complessivo di 82 milioni massimi, a valere sull'utile dell'esercizio 2015: in Borsa, stacco della cedola il 20 giugno prossimo.

Nel campo editoriale, Elkann si è detto ottimista sugli investimenti (L'Economist), mentre l'aggregazione tra Itedi e L'Espresso procede.

«Nessun rimpianto per l'uscita da Rcs (quota residua e da cedere ancora: 1,74%) e pensiamo a nuovi investimenti dal 2017».

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