Politica

Encomio al militare impassibile alle offese

Il comandante generale dei carabinieri ringrazia il carabiniere. E lui si schermisce: "Non sono un eroe"

«Ho fatto solo il mio dovere». Stefano non vuole sfruttare la popolarità che gli è arrivata addosso quando meno se l’aspettava, nella Val di Susa in guerra. Stefano ha 25 anni, è sardo di Oristano ed è carabiniere: single, da tre anni presta in servizio nel battaglione mobile. Un curriculum tutto sommato normale. L’altro ieri un video del Corriere.it l’ha immortalato mentre fronteggiava, immobile come una statua, un manifestante che provava in tutti i modi a provocarlo. «Ehi pecorella - gli ripeteva beffardo l’antagonista - vuoi sparare?».

Lui non ha risposto, non ha aperto bocca, non ha spostato un muscolo. E con il suo lunghissimo silenzio ha vinto una battaglia mediatica importantissima, forse decisiva per il futuro di questa guerra. Ora Stefano che nel bagaglio ha lo scudo e la maschera antigas ma anche la maturità scientifica, non vuole restare sulla scena. E si defila nell’ordinarietà. Gli telefona per complimentarsi il comandante generale dell’Arma Leonardo Gallitelli e lui si schermisce: «Non sono un eroe. Sono addestrato per non reagire alla provocazioni. Chiunque altro del battaglione avrebbe fatto come me». Il militare riceve un encomio solenne e applausi a 360 gradi.

«Quel carabiniere - afferma Silvio Berlusconi - ha dimostrato la differenza fra chi fa sempre il proprio dovere per il bene comune e chi sa solo insultare. In lui abbiamo ritrovato l’Italia migliore. In cui ci riconosciamo». Parole simili a quelle pronunciate dal ministro dell’interno Anna Maria Cancellieri: «Ho mandato l’apprezzamento al carabiniere. Mi ha molto colpito, ne ho ammirato la serietà, non ha ceduto minimamente». Lui, a Gallitelli che lo loda «per la fermezza e la compostezza dimostrate», risponde semplicemente: «Sono orgoglioso di questa telefonata».

Pare strano, dopo aver ascoltato le frasi sconcertanti di Francesco Schettino, nessuno pensava che le azioni dell’orgoglio patrio sarebbero risalite grazie ad un giovane che non dice una parola. Il suo avversario cerca in tutti i modi di fargli saltare i nervi: «Dai anche i bacini alla tua ragazza con quella maschera lì?... Comunque con quello che guadagni non ne vale la pena». Stefano, sotto l’armatura che lo riveste, resta impassibile, davanti all’occhio della telecamera. E oggi il video del Corriere.it, visto ormai da milioni di italiani, vale più di mille cariche. E di mille assalti.

Certo, gli scontri non si fermano. E il futuro è incerto. Ma intanto l’Italia incassa il plauso di Parigi. «La Torino-Lione - spiega all’Ansa il ministro dei trasporti Thierry Mariani - è il progetto più importante per Francia e Italia, per giunta ecologico e farà in modo che migliaia di camion non passeranno più per le Alpi». Le stime disegnano una valle attraversata da seicentomila autocarri in meno. Un altro mondo, ora più vicino.

Mariani, che forse temeva il peggio, riconosce «la determinazione del governo italiano che dimostra di non piegarsi davanti a una minoranza». Si va avanti. Con un’opera che coinvolge anche l’Europa. Bruxelles potrebbe finanziare la linea con un contributo molto importante: fino a 3,3 miliardi di euro. Difficile credere che tutto questo possa andare a sbattere contro l’ideologia No Tav.

Messa alle corde da un giovane carabiniere.

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