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Eni preme l'acceleratore della trasformazione

digitale Ecco il nuovo supercomputer che rende il sistema di calcolo il più potente al mondo a livello industriale

Riccardo Cervelli

Il percorso di trasformazione digitale di Eni ha vissuto una tappa cruciale con l'inaugurazione del supercomputer HPC4, in grado di compiere fino a 18,6 milioni di miliardi di operazioni matematiche in un secondo (Petaflop). Aggiungendosi al preesistente maxi calcolatore HPC3 (3,66 Petaflop per Watt), nel Green Data Center di Ferrera Erbognone, in provincia di Pavia, il neonato nel gruppo del cane a sei zampe, porta l'infrastruttura informatica del colosso energetico italiano, guidato dall'ad Claudio Descalzi, a una capacità computazionale di 22,4 Petaflop, ponendosi fra i primi dieci data center nel mondo, e il primo tra quelli posseduti e gestiti da un'industria e non da un ente governativo o istituzionale.

Perché si parla di tappa fondamentale? Perché HPC4 velocizzerà ulteriormente un percorso di digitalizzazione (aspetto non certo scontato per un'industria energetica che esiste dall'era pre-informatica) che vede Eni impegnata con decisione da tre decenni: da molto tempo prima che nel mondo dell'economia il tema della trasformazione digitale (cioè dell'innovazione di attività e modelli di business, avendo come prerequisito la capacità di gestire tutti i dati e processi con le più moderne tecnologie informatiche) diventasse una parola d'ordine condivisa da tutti e spesso abusata.

«Per la nostra industria - ha affermato Descalzi, in occasione dell'evento Imagine Energy. Storie di dati, persone e nuovi orizzonti, il 22 febbraio a Ferrera Erbognone, presenti rappresentanti di istituzioni, mondo economico e comunità scientifica, è sempre più vitale poter elaborare una quantità di dati in continua crescita, garantendo risultati sempre più accurati e in tempi rapidi: con HPC4 stiamo tracciando la strada dell'utilizzo di supercalcolatori di potenza exascale (termine con cui si intendono i computer che hanno abbattuto il limite dei Petaflop, e sono pronti a scalare verso gli Exaflop (miliardi di miliardi di operazioni al secondo, ndr) nel mondo dell'energia. Sistemi che potrebbero rivoluzionare le modalità di gestione delle attività oil & gas, della gestione dei big data generati in fase operation da tutti gli asset produttivi (upstream, refining e chimici)».

Quando si parla di rivoluzioni non ci si può riferire solo all'effetto di un solo tipo di evoluzione, in questo caso tecnica. Le innovazioni rivoluzionarie sono il frutto - e sono al servizio - dell'impegno di risorse umane e di obiettivi di diversa natura: scientifica, tecnologica, business e sociale, tra le più importanti. Eni tiene molto a sottolineare che la sua trasformazione digitale è una storia di integrazione tra persone, competenze, tecnologia e informatica. Proprio grazie a questo mix, la compagnia del cane a sei zampe ha raggiunto risultati che hanno fatto parlare tutto il mondo degli osservatori del settore oil & gas, come la scoperta egiziana di Zohr, la più grande mai effettuata nel Mar Mediterraneo. Parliamo di un giacimento che potrà garantire la soddisfazione di parte della domanda egiziana di gas naturale per decenni.

Si diceva obiettivi.

L'impegno di digitalizzazione di Eni, che riceve ora un cruciale potenziamento con il supercomputer HPC4 nel Green Data Center (all'avanguardia nel mondo per efficienza energetica e conseguimento di obiettivi di riduzione dell'impatto ambientale), mira a miglioramenti significativi che consentono da un lato di accelerare e rendere più efficiente e accurato l'intero processo upstream, riducendo i rischi nella fase esplorativa e guadagnando al contempo un notevole vantaggio tecnologico, ma anche di aumentare il livello di affidabilità, integrità tecnica e continuità operativa di tutti gli impianti, con benefici sia in termini di sicurezza sia di impatto ambientale.

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