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Ermitage e Louvre: gallerie d'arte a rischio tilt

Ermitage e Louvre: gallerie d'arte a rischio tilt

Nelle lunghe giornate d'estate visitare l'Ermitage è una prova fisica più che intellettuale. Dalle prime ore della mattina una lunga fila di persone si snoda intorno al Palazzo d'Inverno. A poche centinaia di metri c'è il porto commerciale di San Pietroburgo, dove attraccano le navi da crociera in visita alla città: nella buona stagione sono almeno tre o quattro quelle ormeggiate ogni giorno lungo le banchina. In media portano 12mila persone che, tutte o quasi, dopo un trasferimento di 15/20 minuti in pullman, si precipitano a visitare una delle raccolte d'arte più famose del mondo.

I musei e, paradossalmente, le cime montuose più inaccessibili, sono in prima linea nel sostenere l'impatto del sovraffollamento. In Italia le raccolte d'arte più visitate sono le Gallerie vaticane (circa 6 milioni di persone all'anno) e gli Uffizi di Firenze (2,2 milioni). Il Museo più affollato del mondo è però il Louvre di Parigi, visto ogni giorno da circa 30mila persone, che sommate tra loro danno un totale annuo di circa 10 milioni. Nello scorso mese di luglio è bastato un trasferimento da una sala all'altra della Gioconda per mandare tutto in tilt. I locali appena più angusti, qualche incertezza organizzativa, hanno costretto la direzione a sospendere la vendita dei biglietti e a impedire l'accesso alle gallerie.

Di numeri totalmente diversi è fatto, come ovvio, il sovraffollamento di montagne come l'Everest, altro significativo esempio di overcrowding. Fino agli anni Ottanta del secolo scorso ad aver scalato la cima più alta del mondo erano state in tutto 2mila persone. Poi la commercializzazione delle spedizioni ha iniziato a provocare l'ingorgo. A complicare le cose è il clima, che per giornate intere può impedire ogni movimento. Le file di alpinisti che attendono di poter compiere l'ultimo tratto sfruttando i pochi giorni di bel tempo si allungano così a dismisura. In coda il 22 maggio scorso c'erano 220 persone, tutte ansiose di salire visto che per la sera del 23 era previsto un peggioramento delle condizioni atmosferiche.

Ed è anche la fretta ad aver contribuito al disastro: a fine giornata i morti sono stati 11.

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