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Camerun, dopo le inondazioni rischio colera

Le piogge abbondanti, che dureranno fino a novembre, sconvolgono il Paese africano. Nella provincia di Mayo Danay, nell'estremo Nord, sono oltre 50.000 gli sfollati

 Camerun, dopo le inondazioni rischio colera

Dopo le inondazioni del settembre scorso, a causa delle quali oltre 50.000 persone hanno dovuto abbandonare le proprie abitazioni, nella provincia di Mayo Danay, nell'estremo Nord del Camerun, è ancora emergenza. Nei due campi d'accoglienza allestiti nella cittadina di Kai Kai i problemi maggiori sono la carenza di acqua potabile e la necessità di costruire dei bagni per evitare che il problema sanitario si aggravi.

Come sottolinea il missionario Fabio Mussi, "si può restare senza mangiare, ma non senza bere, e siccome la gente lì è attorniata dall'acqua è facile che la prenda in posti poco puliti". L'emergenza acqua però non è il solo problema che attanaglia la popolazione: diverse zone a nord di Yagoua stanno subendo il riflusso delle acque del lago Ciad. Il lago defluisce nel fiume Logone, il quale finisce inesorabilmente per inondare i territori circostanti. Sembra che le piogge andranno avanti fino al prossimo Novembre.

I problemi dunque aumentano: i terreni ormai allagati non sono più coltivabili, le frane sono all'ordine del giorno e le abitazioni sono devastate. Ma il problema maggiore è senza dubbio il rischio di malattie infettive, come il colera. I dati sono allarmanti, ad oggi infatti vi sono oltre 22.540 sfollati nella sola provincia di Mayo Danay.

Sono diverse le associazioni che cercano di intervenire portando il loro aiuto, tra queste ricordiamo la Aid &Hope, che ha iniziato una raccolta fondi per far fronte alle difficoltà della popolazione.

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