Crisi siriana

Assad: "Un anno e un miliardo di dollari per smaltire le armi chimiche"

Nuova intervista di Assad a una tv americana. La Nato lo accusa: "L'attacco chimico del 21 agosto è da attribuire al regime di Damasco". Ma Assad nega

Assad: "Un anno e un miliardo di dollari per smaltire le armi chimiche"

"È molto chiaro - dice il segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen - che la responsabilità dell’attacco chimico del 21 agosto in Siria è da attribuire al regime di Bashar Al-Assad. L’attacco - spiega - proveniva da una zona controllata dal regime e non c’era ragione che l’opposizione colpisse la propria gente. Inoltre, i ribelli non hanno a disposizione quel tipo di armi". Rasmussen ricorda che occorre distinguere fra l’obiettivo di una soluzione di lungo periodo per la crisi siriana, che deve essere politica, e la necessità di una risposta internazionale immediata all’uso di armi chimiche: quest’ultimo, sottoline, "è un crimine commesso in violazione delle leggi internazionali e serve una risposta decisa per evitare che si ripeta". Per questo, anche dopo l’accordo fra Usa e Russia, "l’opzione militare deve restare sul tavolo".

Intanto Assad torna a sfidare il mondo. In un’intervista a FoxNews spiega che il suo paese distruggerà il suo arsenale chimico ma si dice pronto, fin da ora a trasferire l’intero arsenale non convenzionale a qualunque Paese disposto ad assumersi il rischio di prenderlo in consegna e stoccarlo. "Io credo - riconosce - che sia un’operazione molto complessa, che richiede molto denaro: attorno al miliardo". Quanto al calendario ipotizzabile per sbarazzarsi di queste armi, Assad azzarda che "ci vorrà un anno, forse un po' di più". E Assad sembra voler dire (soprattutto agli Usa): se avete fretta e volete metterci meno tempo stoccatele voi le armi...

Dopo due anni e mezzo di guerra e più di 110.000 morti, il presidente siriano nega che il suo paese sia in guerra civile. Dice che si tratta di un "nuovo tipo di guerra" condotta da "decine di migliaia di jihadisti" di oltre 80 nazionalità straniere, di cui l’80-90% sarebbero combattenti di al Qaeda. Assad ribadisce che le armi chimiche utilizzate per il massacro del 21 agosto vicino Damasco erano in possesso dei ribelli e non delle forze governative.

La Russia offre il proprio aiuto per lo smaltimento

Il contributo russo all’eliminazione dell’arsenale chimico siriano sarà "significativo": non solo di carattere politico, ma anche materiale. Lo ha detto il vice ministro degli Esteri russo, Serghei Ryabkov, che mercoledì a Damasco ha incontrato Assad. "La nostra assistenza sarà materiale e non solo politica - ha spiegato a Interfax - può essere un aiuto di esperti, possono essere tecnologie e molto altro.

In ogni caso - ha però sottolineato - ora bisogna concentrarsi sull’iniziare il lavoro".

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