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Bob Kennedy sfida Obama e finisce in manette

Arrestato con il figlio dopo il corteo alla Casa Bianca contro un oleodotto

Bob Kennedy sfida Obama e finisce in manette

«Non rivali per il potere ma alleati per il progresso», diceva martedì alla nazione Barack Obama citando John Fitzgerald Kennedy per chiedere al Congresso il sostegno sulla sua agenda di riforme. Ironia della sorte, sono stati proprio due Kennedy ieri a mostrarsi grandi rivali del presidente piuttosto che alleati per il progresso. Robert Kennedy, nipote dell'ex presidente nominato poche ore prima da Obama, e il figlio Conor sono finiti in manette, insieme a una quarantina di ambientalisti, tra cui l'attrice Daryl Hannah e il leader per i diritti civili Julian Bond, dopo una manifestazione di disobbedienza civile davanti alla Casa Bianca. Oggetto della protesta? L'oleodotto Keystone XL, che dovrebbe trasportare il petrolio dall'Alberta, in Canada, fino alle raffinerie delle coste texane del Golfo del Messico.
Bob Kennedy, avvocato ambientalista, si oppone fermamente al progetto di espansione e chiede a Obama di fermarlo. Alle spalle ha «Waterkeeper Alliance», l'organizzazione da lui stesso fondata e i cui sostenitori ieri erano con lui a bloccare una delle strade principali di fronte alla Casa Bianca, rifiutandosi di obbedire agli ordini degli agenti di polizia intervenuti, che chiedevano di spostarsi. La vicenda si è chiusa - secondo il New York Times - con il rilascio degli arrestati dietro una cauzione di cento dollari ciascuno. Ma quel che stupisce sono i due fronti rivali. Democratici contro democratici. I Kennedy sfidano Obama in un insolito (quanto ai protagonisti) siparietto fatto di flash, titoli di giornale, foto cercate con le manette che ricordano il recente arresto di George Clooney a Washington dopo una manifestazione contro il regime del Sudan. Una tecnica facile - volti noti e fotografi assicurati - per portare all'attenzione dell'America la causa ambientalista che senza i «vip» difficilmente avrebbe fatto il giro del mondo, come è avvenuto dopo l'arresto di ieri. Eppure il dibattito sull'espansione dell'oleodotto è stato uno dei temi della recente campagna presidenziale americana, con i petrolieri impegnati a finanziare una serie di spot contro il presidente Obama. Nel 2012, infatti, il presidente si era rifiutato di autorizzare i lavoro e aveva chiesto approfondimenti soprattutto per la parte di progetto che riguarda il Nebraska.
«La disobbedienza civile è l'unica risorsa - ha tuonato Bob Kennedy nel suo ruolo di contestatore - contro un'impresa catastrofica e criminale che andrà ad arricchire poche persone, impoverendo il resto dell'umanità e minacciando il futuro della civiltà».
La politica, in tutte le sue declinazioni, è tema che non finisce di appassionare i Kennedy.

Poco più di tre mesi fa, in occasione del rinnovo del Congresso, Joseph Kennedy III, un pronipote di Jfk, ha conquistato un seggio alla Camera dei Rappresentanti, mentre Elizabeth Warren, economista ad Harvard, ha ripreso per i democratici la poltrona al Senato che per decenni era stata del vecchio patriarca Ted.

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