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L'India vuole interrogare i colleghi di Latorre e Girone. L'Italia dice no, nuovi rinvii

New Delhi - Rischia di complicarsi ulteriormente la vicenda giudiziaria di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, i due fuc ilieri di Marina trattenuti in India da diciotto mesi perché accusati dell'omicidio di due pescatori indiani mentre erano in servizio antipirateria a bordo della petroliera italiana «Enrica Lexie». Le indagini riguardanti l'incidente in cui sono coinvolti i marò «sono in una fase delicata perchè c'è un problema di testimoni che erano a bordo della nave e che non sono disponibili per un interrogatorio qui in India», ha dichiarato a New Delhi il portavoce del ministero degli Esteri indiano, Syed Akbaruddin.

Il riferimento è a quattro fucilieri di Marina (Renato Voglino, Massimo Andronico, Antonio Fontana e Alessandro Conte) che insieme a Latorre e Girone formavano il team di sicurezza della Enrica Lexie. La agenzia antiterrorismo indiana Nia ha chiesto la loro presenza a New Delhi, ma il governo italiano ha considerato la richiesta non accettabile controproponendo tre ipotesi: un loro interrogatorio in Italia, una videoconferenza o una protocollo di domande e risposte scritte.
L'inviato italiano Staffan De Mistura, giunto ieri in India, vedrà oggi il ministro degli Esteri Salman Khurshid.

Ma ha già ribadito che l'invio in India dei quattro marò «è escluso».

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