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La censura russa colpisce Nabokov e pure Ikea: no lesbiche nel catalogo

La nuova legge per la protezione dei minori si abbatte su omosessuali e letteratura. Non senza destare perplessità

Clara e Kirsty, la coppia di lesbiche censurata dal catalogo Ikea russo
Clara e Kirsty, la coppia di lesbiche censurata dal catalogo Ikea russo

Tracciare un parallelo tra un catalogo di mobili Ikea e un romanzo di Vladimir Nabokov è impresa ardua. Eppure le due pubblicazioni, differenti sotto ogni possibile aspetto, hanno in comune una cosa: la censura messa in atto dalle autorità russe.

La nuova legge approvata a Mosca per proteggere i minori, che vieta la distribuzione di pornografia o materiale che possa sucitare il desiderio di usare droghe, alcool, fumo, di prostituirsi o commettere suicidio e atti violenti ha raggiunto tanto Lolita, classico della letteratura russa, quanto il catalogo di mobili più noto al mondo.

A mettere un freno alla diffusione del romanzo di Nabokov ci ha pensato la procura di Stavropol, nella Russia meridionale, che ha chiesto alle scuole di toglierlo dalle proprie biblioteche. Sorte analoga è toccata alle opere di Sergei Esenin, che a detta delle autorità fomentano la criminalità, mescolando "erotismo, misticismo, orrore e bullismo".

La decisione di bandire i due autori dagli scaffali delle scuole non ha convinto neppure i russi. Se un portavoce della procura ha spiegato che "bambini tra 9 e 12 anni commettono rapine", sostenendo che tra le loro letture c'erano certamente gli autori messi al bando, il governatore della regione ha commentato con scetticismo la scelta, chiedendosi come "Esenin o Nabokov possano esercitare un’influenza morale negativa sui bambini".

La stessa legge, applicata a un altro campo, ha costretto Ikea a ritoccare il suo catalogo. Nell'edizione distribuita negli altri Paesi europei si vedono le foto di una coppia lesbica, intenta a decorare la propria casa nella contea inglese del Dorset, aiutata da un bambino. Una "storia" che nella versione russa è scomparsa. A spiegare la decisione un portavoce della catena, che ha dichiarato: "Abbiamo due principi guida nella comunicazione.

Il primo è il design per la casa, la seconda è che rispettiamo la legge".

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