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Tienanmen, 5 arresti per l'attentato. "Sequestrate bandiere jihadiste"

La polizia per la prima volta ha parlato di un attacco organizzato, confermando le indiscrezioni

Tienanmen, 5 arresti per l'attentato. "Sequestrate bandiere jihadiste"

Sono cinque le persone arrestate per l'esplosione del Suv che due giorni fa ha causato cinque vittime in piazza Tienanmen a Pechino. La polizia della capitale cinese ha dato la notizia questa mattina, pubblicandola sul proprio profilo ufficiale sul social network Weibo.

Nell'attentato di lunedì sono rimaste uccise due persone che si trovavano all'interno della Città proibita e i tre occupanti di un Suv penetrato all'interno dell'area, dopo aver superato le barriere di sicurezza. Il veicolo - scrive il Washington Post - ha preso fuoco non lontano dal ponte di Tienanmen.

Le autorità avevano fatto capire già ieri di stare seguendo una pista "uigura", riversando la responsabilità di quanto accaduto sulla popolazione musulmana dello Xinjiang, senza però esprimersi per vie ufficiali.

L'emittente di Stato cinese, Cctv, ha parlato oggi per la prima volta di un "attacco terroristico organizzato", citando il rapporto preliminare stilato dagli inquirenti. Un portavoce della polizia ha spiegato che nell'operazione sono stati sequestrati coltelli, molotov e bandiere jihadiste.

Secondo le autorità cinesi - scrive Reuters - a condurre l'attentato sarebbe stato Usmen Hasan, un uomo d'origine uigura. Accanto a lui la madre e la moglie. Tutti e tre sono rimasti uccisi nell'esplosione del Suv.

538em; font-family: 'Lucida Grande', 'Lucida Sans Unicode', sans-serif; font-size: 15px;">Il presidente del Congresso uiguro, Rebiya Kadeer, ha accusato ieri in una nota il governo cinese di avere "creato una storia ad arte", per "imporre misure repressive" sulla minoranza.

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