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La Crimea si ribella Musulmani in campo contro i russi

Un morto e 20 feriti negli scontri a Simferopoli. Putin ordina manovre militari al confine. La Nato: il Paese resti integro. DIARIO DA KIEV

La Crimea si ribella Musulmani in campo contro i russi

Questo è un articolo multimediale e le parti in blu fanno riferimento a video esclusivi.

«Gloria all'Ucraina, gloria agli eroi» e «Allah o akbar» gridano i rivoluzionari filo Maidan ed i tatari, una minoranza di origine turca decimati da Stalin nel 1944. Dall'altra parte i pro Mosca rispondono «Crimea alla Russia» con i cosacchi in prima fila che considerano «criminale» il nuovo potere a Kiev. Inevitabile lo scontro all'esterno del Parlamento della repubblica autonoma di Crimea a Simferopoli. I tatari per la rivoluzione lanciano pietre, granate assordanti e lacrimogeni. I pro russi a loro volta combattono a colpi di bastone, ma vengono travolti subendo una decina di feriti da cinquemila tatari. Anche i cordoni di polizia davanti al Parlamento non resistono ed i manifestanti lo invadono facendo saltare il possibile voto che non avrebbe riconosciuto il nuovo potere a Kiev. I pro russi giurano di aver visto fra i tatari le bandiere rosse e nere di Pravi Sektor, i paramilitari di piazza Maidan e dell'Esercito di liberazione ucraino, che combatté contro i sovietici durante la seconda guerra mondiale. «Ucraina mai con la Russia» è uno degli slogan più gettonati, ma secondo testimoni oculari fra i giovani tatari di fede musulmana molti gridano, «Allah o akbar». In serata i pro russi riconquistano la piazzetta davanti al Parlamento, ma oggi si teme che gli scontri ricomincino. «La prossima volta porteremo le armi, come hanno fatto loro», dichiara al Giornale Pavel Shperov, uno dei capi della milizia filorussa a Simferopoli. «I politici ci hanno venduto. Temo che scoppierà la guerra civile», aggiunge l'omone in giaccone nero. (guarda il video)

Mentre a Simferopoli, dove ci sarebbero stati un morto per un malore e 20 feriti, scoppiano gli scontri, a Sebastopoli, 75 chilometri più a sud, va in scena l'altra faccia della medaglia. «Berkut, berkut, berkut» (guarda il video) grida la folla filo russa di fronte alla caserma dei famosi corpi speciali della polizia ucraina accusati di aver massacrato i ribelli di piazza Maidan. Dalla capitale hanno ordinato lo scioglimento dell'unità di seimila uomini. Nel grande porto della Crimea, base della flotta russa del Mar Nero (guarda il video), non ne vogliono sentir parlare. I miliziani di Samooborona, la difesa popolare che sta sorgendo dopo l'avvento al potere dei rivoluzionari nella capitale, si schierano davanti alla caserma. Le donne e le persone più anziane fanno da cordone umano «per difendere i nostri berkut» tuonano in coro. Gran parte degli agenti antiterrorismo provengono proprio dalla Crimea. Un ufficiale delle teste di cuoio con basco amaranto e mimetica grigiastra, come quella russa, esce dal comando per parlare con la folla, che lo accoglie con un'ovazione. «Grazie per il vostro appoggio, che ci dà forza - esordisce l'agente dei corpi speciali -. Non abbiamo paura di nessuno e siamo dalla vostra parte. In altre città dell'Ucraina i Berkut si sono schierati con il nuovo governo, ma non a Sebastopoli». Alla domanda del Giornale da chi ricevano ordini, risponde senza tentennare: «Dal capo della polizia locale, non più da Kiev». (guarda il video)

A Sebastopoli non si vede traccia dei rivoluzionari di Maidan. Alexander, che partecipa al cordone umano attorno ai Berkut, ribadisce: «Non accetteremo mai le loro leggi. Il potere lo hanno preso con un colpo di Stato. Noi vogliamo far parte della Russia». (guarda video)
A Bruxelles i ministri della Difesa della Nato ribadiscono che sosterranno «la sovranità, indipendenza, integrità territoriale, e sviluppo democratico dell'Ucraina». I russi annunciano che «prenderanno tutte le misure necessarie per la sicurezza della flotta del mar Nero» a Sebastopoli. Non solo: il Cremlino ha ordinato manovre con 150mila uomini, che potrebbero svolgersi vicino all'Ucraina. Nel frattempo a 30 chilometri da Sebastopoli i pro russi hanno organizzato un posto di blocco con tanto di blindato e camion di traverso con la bandiera di Mosca che sventola. (guarda il video) Le armi non si vedono, ma ragazzotti mezzi mascherati in mimetica controllano le targhe della macchine. Un prete ortodosso in tunica nera distribuisce i santini della madre Russia e si raccomanda di tenerli vicini al cuore.
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