Crisi siriana

Crisi siriana, il Mediterraneo crocevia delle flotte militari

Mentre la diplomazia cerca un accordo, le navi da guerra si muovono. Numerose le presenze russe e statunitensi. Voci segnalano anche i cinesi

Crisi siriana, il Mediterraneo crocevia delle flotte militari

Mosca e Washington testano le reciproche posizioni al G20 di San Pietroburgo, in un incontro caratterizzato dallo spettro incombente dello scontro in Siria. Il tira e molla tra Vladimir Putin e Barack Obama si gioca sul filo delle dichiarazioni, tra vaghe aperture della Russia, che non esclude un suo placet se prove certe e l'egida dell'Onu guidassero le mosse della Casa Bianca, e gli Stati Uniti che invece l'accusano di immobilismo.

Mentre ai tavoli della diplomazia si discute l'appoggio allo strike degli Stati Uniti su Damasco, opzione che a breve sarà esaminata dal Congresso, dove la Commissione esteri del Senato ha trovato una bozza d'accordo, nel Mediterraneo orientale continua la sfilata di mezzi navali battenti le bandiere più disperate.

La flotta statunitense

Da fine agosto si trovano nelle acque mediterranee, che generalmente ospitano tre destroyer nordamericani, la Uss Barry, Uss Gravely, Uss Ramage e Uss Stout, cacciatorpedinieri di classe Arleigh Burke. Ha fatto la sua comparsa anche la San Antonio, nave da trasporto anfibio con a bordo un nutrito gruppo di marines. Obama non ama l'idea di mettere i boots on the ground in Siria. È dunque improbabile che la presenza dei marine equivalga a una possibilità d'impiego. La presenza dell'imbarcazione segnalata il 30 agosto, è precauzionale. Il passaggio dal canale di Suez era già in programma.

Un possibile impiego nello scenario siriano ha portato in zona, anche se non nelle immediate vicinanze delle coste di Damasco, anche due portaerei, la Uss Nimitz e la Uss Truman e almeno un sottomarino.

Francia

L'alleato più convinto della necessità di colpire Bashar al-Assad, in quello che Obama ha definito a più riprese come un attacco limitato, è la Francia di François Hollande. Parigi - a segnalarlo il magazine francese Le Point - avrebbe inviato nel Mediterraneo il cacciatorpediniere Chevalier Paul, che potrebbe fornire copertura agli aerei, se si decidesse di farli decollare dal ponte della Charles De Gaulle.

Gli alleati russo e cinese

Dopo l'annuncio di un imminente risposta a quegli attacchi chimici segnalati da rapporti stilati in Francia, Germania e negli Stati Uniti, nel Mediterraneo è aumentata anche la consistenza della flotta russa. Una nave per la guerra elettronica, la Priazovye e due grandi mezzi da sbarco, Minsk e Novocerkassk, sono stati segnalati oltre il Bosforo.

Se una presenza di queste tre navi era stata annunciata dal ministero della Difesa, non è invece arrivata la conferma ufficiale del posizionamento nel Mediterraneo della Moskva, nave che protrebbe avvicendarsi con la Admiral Panteleyev e di due altri mezzi, Nastoichivy e Smetlyvy. Questi spostamenti erano stati dati per certi all'agenzia russa Interfax da una fonte militare. In precedenza, secondo un'altra agenzia, la RIA Novosti, nel Mediterraneo si trovavano i mezzi anfibi Aleksandr Shabalin, Admiral Nevelskoy e Peresvet.

Accanto alla Russia, il novero degli alleati di Assad può contare anche la Cina. Secondo voci non confermate - riportate dal blog russo Telegrafist.

org - la Jinggangshan avrebbe passato il canale di Suez.

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