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Cuba, Castro apre sull'immigrazione: chi fuggì illegalmente potrà tornare

Una nuova riforma della legge sull'immigrazione consentirà ai cubani fuggiti illegalmente dopo il 1994 di tornare in patria. In precedenza sarebbero stati considerati traditori

Cuba, Castro apre sull'immigrazione: chi fuggì illegalmente potrà tornare

Un'ulteriore apertura? Dopo il recente via libera agli espatri, annunciato alcuni giorni fa da Raul Castro - e in vigore dal prossimo 14 gennaio - Cuba fa un altro passo nella riforma delle regole severissime che regolavano finora la libertà di circolazione degli abitanti dell'isola.

La nuova riforma, annunciata dalla tv di Stato, riguarda quanti, dopo il 1994, uscirono illegalmente dall'isola. Potranno ora tornare nel paese d'origine, senza temere ripercussioni. Dal 1959, anno in cui Fidel Castro salì al potere si stima che siano fuggiti due milioni di cubani. La maggior parte ha trovato rifugio negli Stati Uniti.

Questa particolare modifica alla legge sull'immigrazione non considera più traditori quanti abbiano lasciato il suolo cubano. E va ad aggiungersi alla possibilità di espatrio per gli abitanti dell'isola, che grazie alle ultime novità varate in materia potranno uscirne semplicemente mostrando un passaporto. Senza dunque bisogno di permessi d'uscita e lettere d'invito dall'estero.

L'ultima riforma aveva anche prolungato il periodo massimo di permanenza all'estero, da undici a ventiquattro mesi.

Caustico il commento di Yoani Sanchez, blogger cubana arrestata a inizio ottobre.

Fermata allora perché intenzionata a protestare in occasione del processo ad Angel Carromero, politico spagnolo accusato della morte dell'oppositore cubano Oswaldo Payà, su twitter la ribelle cubana ha commentato le novità in materia di emigrazione parlando di una riforma "che spaccia la libertà di movimento per una concessione, anziché considerarla un diritto".

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