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Dietrofront di Romney: la riforma sanitaria di Obama non è tutta da buttare

Il candidato repubblicano non cambierebbe tutta la riforma sanitaria: "Ci sono diverse cose che mi piacciono". Ma così contraddice il suo vice

Dietrofront di Romney: la riforma sanitaria di Obama non è tutta da buttare

Dietrofront di Romney: l’Obamacare (la riforma sanitaria voluta dal presidente) non è tutta da buttare. Il candidato repubblicano lo ha detto in un’intervista a Meet the Press sulla rete Nbc (guarda il video). "Non mi sbarazzerò di tutta la riforma sanitaria, ci sono diverse cose che mi piacciono e che non cambierei. Una di queste è che le persone con malattie preesistenti possano avere una copertura sanitaria". Entrando nello specifico Romney aggiunge che lascerebbe ai giovani la possibilità di mantenere la copertura sanitaria garantita dal piano assicurativo dei loro genitori. "Sostituirei l’Obamacare con il mio piano, ma queste due cose erano già contenute nella riforma della sanità che ho fatto varare in Massachusetts quando ero governatore".

La campagna elettorale entra nel vivo e l'attenzione dei candidati si sposta su uno dei temi più controversi, la sanità. Romney contraddice il suo vice, Paul Ryan, che da tempo si batte contro l'Obamacare e vorrebbe sostituire il Medicare (assistenza sanitaria per gli over 65) con un voucher. La battaglia di Ryan, appoggiata dai Tea Party, ora rischia di sfumare. Con il riemergere delle accuse, nei confronti di Romney, di essere un "flip-flop" (un politico che cambia sempre idea sulle questioni più importanti).

In realtà la mossa di Romney è ben calcolata. Punta agli elettori anziani della Florida, ma anche a quelli dell'Ohio e del Wisconsin. Tre stati in bilico dove sono in gioco ben 57 Grandi elettori (la sola Florida ne assegna 29). Per vincere, com'è noto, ne occorrono 270. Al momento Obama è in vantaggio (fonte realclearpolitics.com) 221 a 191.

Obama sta concentrando la propria campagna elettorale in Florida e continua a battere sul ferro caldo, il Medicare, ripetendo che i repubblicani vogliono farlo saltare. Ora però Romney corre ai ripari... e fa sapere agli americani di voler sostituire l'odiata Obamacare con una riforma tutta sua, quella che realizzò in Massachussets quando era governatore.

In ripresa la raccolta fondi di Obama

Nella raccolta fondi di agosto Obama ha riguadagnato il vantaggio che aveva perso nei mesi scorsi e che tanto faceva preoccupare il suo staff. La campagna del presidente e il partito democratico hanno raccolto 114 milioni di dollari, contro i 111,6 milioni di Romney insieme al partito repubblicano. Il responsabile delle campagna di Obama, Jim Messina, ha detto che si sono aggiunti 317.000 nuovi finanziatori, per un totale di oltre 1,1 milioni di donazioni per una media di 58 dollari a testa. I repubblicani fanno sapere
di avere a disposizione un totale di 168,5 milioni di dollari per la campagna elettorale. Gran parte di questo ricco bottino sarà spesa a colpi di spot in tv, specie nei paesi in bilico.

L'ultimo sondaggio

Cinque punti percentuali di vantaggio per il presidente secondo l’ultimo sondaggio a livello nazionale di Rasmussen. Obama godrebbe del sostegno del 50% degli elettori, contro il 45% per Romney; il 2% si è espresso a favore di altri candidati, mentre il 3% si è dichiarato indeciso. Si tratta del margine più ampio a favore del presidente dal 17 marzo, frutto - sottolinea Rasmussen - dell’effetto convention.

Ma, com'è noto, per conquistare la Casa Bianca servono i Grandi elettori, da conquistare stato per stato.

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