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Discorso sullo stato dell'Unione. Obama: salari più alti per uscire dalla crisi

Il presidente rilancia la sua ricetta di "sinistra". Poi sollecita un accordo di libero scambio con l'Europa. Controdiscorso del repubblicano Rubio

Discorso sullo stato dell'Unione. Obama: salari più alti per uscire dalla crisi

C'era molta attesa per il discorso sullo stato dell'Unione di Barack Obama. In un'ora esatta il presidente ha dettato l'agenda per i suoi prossimi quattro anni, concentrandosi soprattutto sul lavoro, sul rilancio dell'economia, sull'immigrazione e il controllo delle armi. Parlando davanti al Congresso Obama ha annunciato investimenti in infrastrutture per 50 miliardi di dollari e l’aumento del salario minimo da 7,5 a 9 dollari l’ora. Un'iniezione di contanti, nelle tasche degli americani, che fa capire che la Casa Bianca intende prioritario far ripartire i consumi e sostenere la classe media, "il vero motore della crescita americana".

Quella elencata da Obama è un'agenda di sinistra: non c'erano dubbi, visto che il presidente è all'inizio del suo secondo mandato e non dovrà/potrà essere rieletto. Tra le sue, come indica esplicitamente, c'è quella di sostenere con forza i ceti medi e meno abbienti con interventi federali, spingendosi fino a proporre anche nuovi servizi di asilo nido di qualità per le famiglie più povere. "Questa notte dichiariamo che nel paese più ricco al mondo, nessuno che lavori a tempo pieno deve vivere in povertà e alziamo il salario minimo". Poi ha invocato le necessità di riparare le infrastutture a partire, ad esempio, da 70.000 ponti considerati a rischio. E ha continuato: "E' la nostra missione ancora incompiuta assicurarci che il governo funzioni a favore dei tanti, non solo dei pochi. Che incoraggi la libera impresa, premi l’iniziativa individuale e apra le porte delle opportunità a ogni bambino in questo paese".

Ma che fare per risanare i conti pubblici? Obama ha parlato sia di tagli (risparmi sul medicare, il programma sanitario sugli anziani) che di aumenti delle entrate fiscali, eliminando deduzioni e sgravi delle imposte per i redditi più alti. Per rilanciare l’economia ha anticipato che gli Stati Uniti apriranno presto un negoziato con l’Unione Europea, per cercare di creare la più grande zona di libero scambio del mondo: "Un commercio libero ed equo sulle due sponde dell’Atlantico sosterrà milioni di lavoratori americani ben pagati".

Un altro tema centrale nel discorso di Obama è stato quello sull'immigrazione. Il presidente ha sollecitato il Congresso a presentargli nei prossimi mesi una riforma: "Mandatemi una rifoma complessiva sull’immigrazione e io la firmerò subito". E si è complimentato con quanto fatto finora da gruppi bipartisan alle prese con una definizione dei pilastri della riforma stessa. Obama si è poi soffermato sui punti fondamentali di ciò che vorrebbe diventasse presto realtà: "Maggiore sicurezza ai confini" e una strada "responsabile per guadagnare la cittadinanza", che includa "controlli sul passato di un individuo, il pagamento delle tasse, la capacità di parlare inglese e il mettersi in coda a quelli che stanno tentando di venire qui legalmente". Poi ha sollecitato anche un intervento per ridurre "i periodi di attesa e della burocrazia" ed attrarre "ingegneri e imprenditori ben formati che aiuteranno a creare occupazione e far crescere la nostra economia". In altre parole, la cosiddetta immigrazione qualificata.

Armi nucleari

Nel solco dei suoi ultimi predecessori il presidente ha promesso che lavorerà con il Cremlino per ridurre ulteriormente il numero delle testate nucleari di entrambi i paesi. "Ci impegneremo con la Russia per cercare una ulteriore riduzione dei nostri arsenali nucleari e continueremo a indirizzare gli sforzi globali per assicurare che i materiali nucleari non finiscano nelle mani sbagliate". Poi si è soffermato sulla Corea del Nord, promettendo una "azione ferma" contro le sue "provocazioni" della Corea del Nord, che ieri ha effettuato il suo terzo test nucleare. "Provocazioni come quelle viste la notte scorsa non faranno che isolare ancora di più (Pyongyang)", mentre noi "siamo al fianco dei nostri alleati, rafforziamo la nostra difesa anti-missile e guidiamo la comunità internazionale per rispondere con azioni ferme a simili minacce". Il regime della Corea del Nord - ha aggiunto il presidente - deve sapere che solo se rispetterà i suoi obblighi internazionali otterrà sicurezza e prosperità".

Armi, il repubblicano Boehner resta seduto

Il discorso di Obama è durato un’ora esatta ed è stato, a detta di tutti, il più denso di contenuti da quando il presidente si è insediato nel 2009. Ci sono stati, come di consueto, molti applausi. Ma a risaltare di più è stata la scelta del presidente della Camera, il repubblicano John Boehner, di non alzarsi quando Obama ha chiesto il sostegno alle leggi per limitare la diffusione delle armi da fuoco.

Serve una nuova legge sulle armi, ha detto Obama, perché "i nostri bambini sono la risorsa più preziosa che abbiamo". E Obama è tornato sulle stragi, citandole una ad una, a partire dall'ultima, quella di Newtown. Lo so che non è la prima volta che il Paese discute di come ridurre la violenza legata alle armi. Ma questa volta è diversa". Poi ha rilanciato il suo appello al Congresso, perché si esprima su alcune misure, che ha indicato, come il controllo universale dei trascorsi di quanti intendono acquistare un’arma e l’eliminazione di caricatori troppo grandi: "Se volete votare no a queste proposte è una vostra scelta.

Ma queste proposte meritano un voto".

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