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La carneficina del jihad nero

Donne fra i miliziani. Almeno 68 morti in Kenya, decine in ostaggio. La Cnn: tre americani nel commando

La carneficina del jihad nero

Non solo terroristi somali con la pelle nera, arabi veterani della guerra santa e una o più donne con giubbotti esplosivi. Tra i terroristi del massacro di Nairobi ci sarebbero anche tre americani affiliati di Al Shabaab e il Dipartimento di Stato e l'Fbi starebbero indagando per accertare se l'informazione fornita da fonti del gruppo alla Cnn sia vera. L'attacco al centro commerciale nella capitale del Kenya è un campanello d'allarme che un nuovo Afghanistan, a chiazza di leopardo, si sta formando a nord dell'Equatore con oltre 10mila talebani d'Africa. I gruppi armati ispirati ad Al Qaida, dalla Somalia alla Nigeria passando per Mali, Sudan e Maghreb, sono una minaccia capace di sanguinose operazioni nei paesi confinanti.

Lo dimostra la carneficina al centro commerciale Westgate, dove ieri sera i corpi speciali con l'appoggio di consulenti americani, britannici ed israeliani hanno sferrato un blitz preceduto da una forte esplosione. Durante il giorno si erano sentiti provenire dal Westgate, preso d'assalto sabato da almeno tre squadre di terroristi suicidi, solo sporadiche raffiche di mitra. Il problema è che gli assalitori si sono trincerati nel super magazzino con almeno 36 ostaggi. Dopo 24 ore di assedio i morti erano 68. Fra questi tre inglesi, due francesi, una madre con la figlia assassinate nel parcheggio ed un paio di canadesi compresa una diplomatica di 29 anni. Altre 49 persone mancavano all'appello, 157 sono rimaste ferite e un migliaio evacuate. I 10-15 terroristi penetrati nel centro commerciale più grande di Nairobi hanno ucciso anche il nipote e la fidanzata del presidente del paese, Uhuru Kenyatta. Le poche immagini girate all'interno mostrano i negozi, in gran parte di proprietà di ebrei, abbandonati, i segni della battaglia, due cadaveri di un uomo e una donna abbracciati prima della raffica mortale e l'assurdità della musica pop di sottofondo che nessuno ha spento. «È una guerra internazionale» ha denunciato Kenyatta. L'attacco è stato rivendicato via twitter dagli Al Shabaab, i talebani somali pesantemente indeboliti dall'intervento militare del Kenya scattato due anni fa. Fra gli assalitori ci sarebbero una o più donne probabilmente pronte a farsi esplodere come le «vedove nere» cecene rese famose dai sequestri di massa in Russia. Si tratta di mogli che hanno perso il marito o i parenti stretti nel Jihad e sono decise a morire combattendo.

La carneficina è l'azione più sanguinosa ed audace degli Al Shabaab al di fuori della Somalia. Il loro obiettivo finale è «issare la bandiera del Califfato sull'Africa orientale» che comprenderebbe anche il Kenya e parte dell'Etiopia. Il capo degli Shabaab locali annidati pure a Mombasa e nel nord del paese è dal gennaio dello scorso anno sheik Ahmad Iman Ali, un predicatore radicale keniota. Si è fatto le ossa sui vari fronti della guerra santa internazionale. In Somalia le battaglie perse e una faida interna hanno indebolito i 5mila talebani guidati da Moktar Ali Zubeyr. L'attacco di Nairobi dimostra, però, che il problema degli emuli di Al Qaida a nord dell'Equatore è ben più ampio. Mesi fa il premier inglese Cameron aveva dichiarato: ci vorranno «non mesi, ma decenni» per estirpare la nuova minaccia simile «a quella con cui abbiamo a che fare in Pakistan e Afghanistan».

In Nigeria sono almeno un migliaio i miliziani di Boko Haram (la cultura occidentale è peccato), che nel 2012 hanno ucciso 770 persone attaccando soprattutto chiese e cristiani. In Nigeria è sorto anche il gruppo Ansaru, l'«Avanguardia per la protezione dei musulmani nell'Africa nera», responsabile dell'esecuzione di 7 occidentali compreso l'italiano Silvano Trevisan. Ansaru è collegato ai gruppi della guerra santa in Mali sconfitti, ma non debellati dai francesi. Più a nord, nel Sahara dei paesi arabi che si affacciano al Mediterraneo, sono attive le cellule di Al Qaida del Maghreb. Uno degli emiri del terrore più pericolosi, Mokhtar Belmokhtar, veterano dell'Afghanistan, è stato segnalato di recente nel sud della Libia.

Non a caso i terroristi di Nairobi sono somali mescolati ad arabi.

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