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Golpe in Egitto, Morsi ai domiciliari

Scadono le quarantott'ore dell'ultimatum: falliti i negoziati con i militari per lasciare il potere. Dalle 19 Morsi non è più presidente: destituito dai militari, è agli arresti domiciliari. Il governo accusa: "È in atto un colpo di Stato"

Golpe in Egitto, Morsi ai domiciliari

L'Egitto a un punto di svolta: fuochi d’artificio a raffiche illuminano piazza Tahrir stracolma di manifestanti. Mohamed Morsi, che adesso si trova agli arresti domiciliari, è stato informato dai militari di non essere più presidente dalle 19 di questa sera, in seguito al fallimento dei negoziati con i militari per lasciare il potere. Al momento dell'annuncio l'Egitto è esploso in un grido di gioia. Contemporaneamente la Corte d’Appello ha confermato una condanna ad un anno di carcere contro il premier Hisham Kandil ordinando la sua rimozione facendo così cadere anche l’ultima testa dei fedelissimi di Morsi nel gionro in cui i militari lo hanno esautorato. "L’esercito vede che il popolo egiziano chiede il suo sostegno - ha spiegato il generale Abdul Fattah al-Sissi - non perché prenda il potere o regni, ma per servire il pubblico interesse e proteggere la rivoluzione".

La Costituzione è stata sospesa per un breve periodo di transizione. A questo punto il presidente della Corte Costituzionale Adli Mansour assumerà l’incarico di capo dello Stato ad interim. La Corte definirà una nuova legge elettorale per elezioni anticipate, presidenziali e parlamentari. Scaduto l’ultimatum dell’esercito a Morsi, il presidente egiziano è rimasto isolato e i blindati sono tornati nelle strade del Cairo. I militari egiziani hanno conunicato ufficialmente a Morsi che dalle 19 non è più presidente, mentre il generale Abdel Fattah al-Sisi, d’accordo con l’opposizione e i leader religiosi, ha annunciato la road map che prevede un breve periodo di transizione seguito da elezioni presidenziali e legislative. Il gran imam di Al Azhar Ahmed el Tayyeb e il capo della chiesa copta Tawadros hanno dato il proprio sostegno. "La road map per la transizione garantisce elezioni presidenziali anticipate - ha garantito il portavoce delle opposizioni egiziane Mohamed el Baradei - risponde alle domande del popolo, realizza una vera conciliazione e rimette in marcia il processo della rivoluzione del 2011". Sisi ha esordito ricordando che per mesi le forze armate hanno esortato Morsi ad un dialogo di riconciliazione nazionale ma lui ha fallito. Scaduto l’ultimatum, il presidente aveva proposto un governo di coalizione. Ma un suo consigliere ha riferito che si trova nella caserma della Guardia Repubblicana e non è chiaro al momento se possa lasciare liberamente il complesso militare, apparentemente confermando la notizia data dalla televisione Al Hayat che Morsi si troverebbe agli arresti domiciliari. Secondo testimoni, l’esercito egiziano ha eretto barriere protettive e ha steso filo spinato intorno alla caserma. Su Twitter la presidenza egiziana ha invitato tutti a evitare spargimento di sangue ma, al tempo stesso, ha sollecitato civili e militari a "non accettare il golpe che riporta indietro l’Egitto".

Gli Stati Uniti, principale finanziatore delle forze armate egiziane, si dicono "estremamente preoccupati". Tanto che hanno invitato le parti ad avviare negoziati per arrivare ad una soluzione pacifica e hanno precisato di non poter confermare che in Egitto sia in corso un golpe. Ma il Pentagono ha ammesso di aver avuto più di un contatto, fino a ieri, con il generale Abdel Fattah al-Sisi, il capo di Stato maggiore dell’esercito, che aveva letto il comunicato con cui i militari avevano dato l’ultimatum a Morsi. Per il dipartimento di Stato, il presidente deve fare di più per rispondere alle richieste del popolo egiziano. Le forze di sicurezza egiziane hanno anche imposto un divieto di espatrio al presidente, al leader della Fratellanza Mohammed Badie e al suo vice Khairat al-Shater. L’azione sarebbe stata attuata in ottemperanza di un ordine di arresto nell’organizzazione di una fuga dalla prigione del 2011. Intanto, la Corte d’Appello egiziana ha confermato una condanna ad un anno di carcere contro il premier Hisham Qandil, ordinando la sua rimozione. È caduta così anche l’ultima testa dei fedelissimi del presidente Mohamed. Qandil era stato condannato ad aprile per non aver rispettato una sentenza di un altro tribunale che aveva previsto la rinazionalizzazione di un’industria tessile svenduta dall’ex rais Hosni Mubarak. Centinaia di soldati hanno sfilato davanti al palazzo presidenziale, mentre blindati hanno circondato la zona della capitale occupata dai sostenitori di Morsi. L’esercito ha precisato che non si tratta di un attacco ai manifestanti ma solo una manovra per impedire un confronto con i dimostranti oppositori, perché "l’esercito egiziano appartiene a tutti gli egiziani". I blindati hanno circondato l’area della moschea di Rabaa Adaweya, nella parte orientale del Cairo, ma anche piazza Tahrir e i dintorni del palazzo presidenziale, in cui stanno manifestando invece gli oppositori del presidente. In precedenza, Morsi aveva rivolto un appello ai suoi sostenitori a "non usare la violenza" per resistere al golpe dei militari in atto.

Ma mentre la notte avvolge il Cairo, in televisione brillano le stellette di Sissi, che annuncia la fine della sua breve era.

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