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Europarlamento al debutto tra "new entry" e dinosauri

Oggi lo sbarco dei neodeputati, tra cui l'esercito degli euroscettici, che domani eleggeranno il presidente in seduta plenaria. Nuovi equilibri, tanti neofiti e il nodo del Regno Unito

Europarlamento al debutto tra "new entry" e dinosauri

Il meteo prevede pioggia, ma sotto il cielo di Strasburgo le prossime due settimane saranno di certo roventi dal punto di vista politico. Il primo test cruciale è fissato per domani, martedì primo luglio, quando l'aula si riunirà in sessione plenaria -prima volta in questa ottava legislatura- per eleggere il nuovo presidente, ma già da oggi nella città francese si alza il sipario sul nuovo Europarlamento, quello nato dal voto del 25 maggio. Nel pomeriggio cominceranno le operazioni di registrazione dei 751 neo-deputati, un esercito variegato che comprende gli euroscettici avanzati minacciosi dopo il successo in Francia e Regno Unito ma per ora divisi, le new entry del Movimento Cinque Stelle di Beppe Grillo e delle formazioni neonaziste, i conservatori dell'Ecr (European Conservatives and Reformists Group) guidati dal leader britannico David Cameron fresco di sconfitta sulla nomina di Juncker a presidente della Commissione e infine la «grande coalizione» formata da popolari, socialisti e liberaldemocratici. La prima battaglia sul campo tocca ai big, i partiti con i numeri che contano, chiamati a dimostrare la loro unità dopo l'adesione tardiva dei liberaldemocratici. Qualcuno teme che i franchi tiratori possano rovinare la festa al tedesco Martin Schulz, candidato della grande coalizione alla presidenza dell'Europarlamento e grande ripescato della dominatrice Angela Merkel, che per salvare il suo cavallo Juncker sembra avere studiato in ogni dettaglio la vittoria del connazionale dopo lunghe contrattazioni. Ma la scelta del presidente è solo l'inizio di una partita in cui i grillini, ora al fianco degli euroscettici inglesi guidati da Nigel Farage, sono pronti a guastare i giochi e a pungolare i burocrati di lungo corso.

Giornata clou anche per gli italiani quella di domani. Di fronte al nuovo Parlamento europeo Matteo Renzi presenterà il programma del semestre italiano, che prende ufficialmente il via proprio martedì. Da quel momento sarà un incalzare di appuntamenti: il 7 luglio si riunisce l'Eurogruppo, il giorno dopo è il turno dell'Ecofin, mentre il 10 e l'11 si incontrano i ministri di Giustizia e Affari interni per un consiglio informale in Italia.

Serviranno tutti questi incontri ad avvicinare i cittadini alle istituzioni europee? Chissà. Intanto invece che includere l'Europa sembra cominciare a perdere pezzi. È ancora presto per trarre conclusioni, ma gli inglesi, storicamente i più critici contro Bruxelles e Strasburgo, sono pessimisti sulla capacità del loro premier David Cameron di ottenere le riforme richieste all'Ue come condizione per mantenere il Regno Unito nell'Unione: il 42% dei britannici pensa che non ci sarà alcun rimpatrio dei poteri da Bruxelles a Londra.

Ed è anche per questo che se oggi si tenesse oggi un referendum sulla permanenza del Regno Unito nell'Unione il 37% chiederebbe l'uscita, poco meno di quel 39% che voterebbe a favore.

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