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Gaza s'innamora del pollo fritto all'americana (di contrabbando)

Gaza I tunnel di contrabbando scavati sotto la linea di demarcazione fra Gaza e il Sinai egiziano, che in passato servivano per sostenere la lotta armata con un traffico di armi, esplosivi e munizioni, vengono adesso utilizzati per introdurre a Gaza uno dei simboli più noti del life style occidentale: cestini pieni di «Kentucky Fried Chicken».
L'idea geniale è venuta all'inizio del mese ad una compagnia di Gaza specializzata nella consegna di pacchi a domicilio, la al-Yamama. Cronometro alla mano, ha stabilito che il trasporto dei preziosi cestini di pollo fritto dalle cucine del più vicino «KFC» - quello di el-Arish, nel Sinai settentrionale - al centro urbano di Gaza necessitava di circa quattro ore. Dopo di che è stata affrontata la questione dei prezzi. Seduti a un tavolo del «KFC» di el-Arish, per una porzione si paga l'equivalente di tre euro. Ma la staffetta nelle piste del deserto, il passaggio nel tunnel (col dovuto pedaggio) e infine la spedizione dentro Gaza moltiplicano per sei il costo del pregiato fast-food. Alla al-Yamama si sono chiesti: «Ci sarà a Gaza una domanda sufficiente?» Un po' il passaparola, un po' le pubblicità televisive hanno avuto l'effetto vincente. Le prenotazioni si sono presto accumulate. A Gaza si spiega che in città «c'è una vera sete di normalità». Per ragioni di sicurezza, nessuna delle grandi reti internazionali (come McDonald's o Pizza Hut) è presente nella Striscia. Allora la possibilità di addentare il celebre KFC a Gaza «proprio come all'estero» ha fatto presa su molte famiglie della Striscia, anche se con lo stesso prezzo potrebbero concedersi un pranzo ben più ricco nei migliori ristoranti della città. Con l'ingresso del pollo fritto americano si apre dunque una piccola breccia nel severo stile di vita imposto da Hamas a Gaza.

Finora dai dirigenti politici locali non sono giunti anatemi: qualcuno scommette che anche fra di loro possano esserci appassionati del «KFC».

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