Grecia, Mario Draghi "Uscire dall'Eurozona? Sarebbe anche peggio"

"Il peggio è passato ma permangono rischi". A dirlo è Mario Draghi in un'intervista al quotidiano tedesco Bild in cui ricorda che "tutti gli indicatori chiave come inflazione, bilancia dei pagamenti e soprattutto il deficit di bilancio sono tutti migliori, per esempio, rispetto agli Stati Uniti".

Il presidente della Banca centrale europea ha sottolineato come ora l'istituzione non interferisca più con l'economia degli stati: "La palla ora è passata ai governi: devono rendere l’Eurozona permanentemente immune alla crisi". Ma soprattutto che "sta tornando la fiducia degli investitori", anche grazie ai 1.300 miliardi di dollari immessi dalla Bce nel sistema bancario europeo: "Certo, ci sono rischi e controindicazioni quando usi una medicina potente come 1.300 miliardi, ma si sarebbe potuta verificare una pericolosissima stretta del credito che avrebbe condotto al collasso di tantissime aziende. Dovevamo prevenire questa situazione".

Parlando dell Grecia, Draghi sostiene che Atene debba rinunciare al "benessere", mettendo in pratica le riforme varate dal governo, ma non uscire dall'Eurozona: "L’uscita e la possibilità di svalutare la propria valuta non migliorerebbero niente: l’obbligo delle riforme non verrebbe meno. Dall’altra parte però come conseguenze di un’uscita ci sarebbero inflazione alta e instabilità e in tempo non prevedibile nessuno presterebbe più soldi alla Grecia. Dentro l’Eurozona è sempre meglio che fuori".

L'ex presidente di Bankitalia boccia però, almeno per ora, gli eurobond: "Una comunità deve basarsi sulla fiducia, sulla fiducia nel rispetto di regole comuni, come per esempio la disciplina di bilancio pertanto il nuovo fiscal compact degli Stati europei è giusto, mentre sarebbe troppo presto per gli eurobond", sostiene.