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Greenpeace, scarcerato in Russia anche l'ultimo dei trenta attivisti

Il freelance australiano Colin Russell libero su cauzione. Il tribunale aveva confermato la carcerazione fino al 24 febbraio

La stampa attende il verdetto fuori dall'aula del processo
La stampa attende il verdetto fuori dall'aula del processo

Una settimana dopo la decisione del Tribunale Marittimo Internazionale, che aveva chiesto alla Russia di rilasciare i 30 attivisti di Greenpeace fermati a bordo di una rompighiaccio e lasciare andare anche la nave, il tribunale di San Pietroburgo ha deciso di scarcere anche l'ultimo degli arrestati.

Colin Russell, marconista australiano imbarcato sull'Arctic Sunrise, era stato fermato con altre 29 persone, che avevano cercato di scalare una piattaforma petrolifera della Gazprom, in segno di protesta contro le attività petrolifere nell'Artico. Del gruppo anche l'italiano Cristian D'Alessandro, già libero su cauzione.

In una prima fase del processo, a Russell era stata confermata la carcerazione in Russia fino al 24 febbraio, ovvero fino alla fine dei Giochi invernali di Sochi. Oggi è stata decisa la liberazione alle stesse condizioni degli altri ventinove, ovvero dietro pagamento di una cauzione di due milioni di rubli, che verrà versata da Greenpeace International.

Nonostante tutti gli attivisti siano stati scarcerati, Giuseppe Onufrio, direttore esecutivo di Greenpeace Italia, ha sottolineato che rimangono in piedi le accuse per vandalismo, che possono portare a una condanna fino a "7 anni di carcere".

Entro martedì, la Russia dovrà rispondere alla decisione del Tribunale Marittimo Internazionale.

La corte ha chiesto, su domanda olandese, di rilasciare uomini e imbarcazione dietro deposito di 3,6 milioni di euro.

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