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Guerra dell'hamburger in Israele, McDonald non apre nei Territori

Bagarre nei Territi occupati in Palestina. Il colosso americano non intende aprire una sua filiale ad Ariel perché la città si trova oltre la Linea Verde del 1967

Guerra dell'hamburger in Israele, McDonald non apre nei Territori

La guerra degli hamburger ha avuto inizio. McDonald’s Israele non intende aprire una sua filiale ad Ariel, un insediamento ebraico in Cisgiordania, proprio perché il luogo si trova oltre la Linea Verde del 1967. I coloni, per rivalsa, hanno minacciato il boicottaggio della catena in tutta Israele, mentre il municipio della cittadina ha bollato con parole di fuoco la decisione della azienda.

La questione sembra essere tutta politica. Del resto gli insediamenti ebraici in Cisgiordania sono uno dei dossier più delicati per i negoziati di pace che il segretario di Stato statunitense John Kerry sta tentando di rilanciare. Il proprietario di McDonald’s Israele è infatti Omri Padan, un abilissimo uomo di affari che è in gioventù è stato tra i fondatori del gruppo pacifista israeliano "Peace Now", nemico giurato di ogni nuova colonia nei Territori palestinesi, occupati come effetto della guerra del 1967. E non ha rinunciato alle sue posizioni, visto che ha adottato come "politica aziendale" quella di non aprire nessun punto vendita oltre la Linea Verde. Proprio per questo avrebbe rifiutato la proposta del mogul dei supermercati Rami Levy di un nuovo negozio nel centro commerciale da 100 milioni di shekel (20 milioni di euro circa) in costruzione ad Ariel nella regione della Samaria e che dovrebbe aprire nel 2014. Una decisione che ha fatto imbestialire i circa 15mila cittadini di Ariel, a partire dal primo di loro, il sindaco Eliyahu Shaviro. "Quella di McDonald’s - ha tuonato - è una decisione miserabile e discriminante. La cultura e il commercio dovrebbero essere lasciati fuori dalla politica".

I coloni della zona hanno annunciato il boicottaggio dei fast food della catena a partire da quelli kasher, ovvero "conformi" alle regole alimentari religiose ebraiche. E hanno distribuito in molti negozi volantini di protesta con la scritta "è kasher ma puzza", oppure "McDonald’s boicotta Ariel e Ariel boicotta McDonald’s". Rami Levy, che secondo i media sarebbe vicino al leader del Likud e premier Benyamin Netanyahu, ha criticato la decisione affermando, citato da Ynet, che il centro commerciale di Ariel occuperà "sia operai arabi sia ebrei e servirà entrambe le popolazioni". Omri Padan per ora non ha risposto direttamente, ma fonti dell’azienda hanno ricordato che "la politica di non aprire filiali oltre la Linea Verde è ben nota da anni". Ovvero da vent'anni, da quando cioè è stato aperto il primo fast food della catena.

Ora ne conta 180 in tutto il paese.

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