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L'altra faccia dell'Ucraina: la corruzione

Nelle stime internazionali è in testa alla classifica europea

Ucraina, l'altra faccia della medaglia: corruzione, fondi per l'assistenza e dipendenza energetica. È noto che l'economia del Paese dell'Est è al collasso. Tanti debiti, enorme deficit energetico e scarse prospettive economiche per il futuro. Non è un caso se il governo provvisorio di Kiev come prima mossa abbia chiesto aiuti internazionali per 35 miliardi di dollari, una delegazione del Fondo Monetario Internazionale andrà in visita a Kiev la prossima settimana.
Richieste che mal si sposano con il livello di corruzione. Nel rank del Corruption Perceptions Index (Cpi), l'Ucraina risulta il Paese più corrotto d'Europa. Della stessa opinione gli analisti della Ernst & Young che hanno classificato l'Ucraina come uno dei tre Paesi più corrotti al mondo. Per L'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (Ocse), la corruzione è un «significativo ostacolo» per lo sviluppo economico del Paese.
Probabilmente la cosa doveva rimanere riservata, ma sembra proprio che recentemente l'Olaf (Agenzia Antifrode della Commissione Europea) abbia dovuto prendere severi provvedimenti contro alcuni funzionari della Delegazione dell'Unione Europea a Kiev. L'Unione Europea a partire dal 1990 ha sommerso l'Ucraina di programmi assistenziali, ma con quali risultati?
Contemporaneamente gli ucraini hanno esteso a Mosca fino al 2042 l'autorizzazione a mantenere la base navale militare di Sebastopoli. È lo sbocco strategico che assicura alla Marina Militare russa l'accesso al Mediterraneo: considerando i recenti conflitti la base ha un valore a cui Mosca non può rinunciare. Energeticamente l'Ucraina dipende da Mosca e ciò ha comportato per Kiev una grave esposizione in valuta verso la Russia.
Il rapporto energetico tra i due Paesi è complicato: l'Ucraina è attraversata da una rete di gasdotti. Negli ultimi anni ciò ha innescato la «guerra del gas». Il gasdotto russo della Gazprom che fornisce l'Europa attraversa l'Ucraina, una dipendenza che, per ora, rende necessario a Mosca il controllo dell'importante impianto. Per liberarsi da vincoli i russi stanno cercando una strada alternativa al passaggio del prezioso gas da Est a Ovest: da pochi mesi sono incominciati i lavori per la costruzione del gasdotto South Stream il quale permetterebbe alla Russia di scavalcare alcuni paesi, Ucraina compresa.
Così il Paese ribelle potrebbe non incassare più quanto oggi riceve per il passaggio del gas.

Alto tasso di corruzione, incapacità politica, difficoltà a far sviluppare economicamente il Paese, guerra di aiuti tra blocchi che ripongono interessi diretti ed indiretti, strategie militari globali ed interessi di controllo del bacino del Mediterraneo, «guerra del gas» tra Mosca e Bruxelles: c'è anche tutto questo da considerare nelle ultime vicende dell'Ucraina.

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