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Hollande contestato, arresti all'Arco di Trionfo

Hollande contestato, arresti all'Arco di Trionfo

ParigiDoveva essere una commemorazione. Il ricordo dell'armistizio che l'11 novembre 1918 segnò la resa della Germania e la fine della Prima guerra mondiale. Invece la cerimonia solenne di ieri si è trasformata in una chiassosa contestazione per François Hollande: 73 fermi a poche centinaia di metri dall'Arco di Trionfo, dove il presidente stava arrivando in auto per rendere omaggio ai caduti. Una protesta pubblica senza precedenti, ricorda il quotidiano Le Parisien. Neppure durante l'era Sarkozy, infatti, era mai successo che in una giornata di raccoglimento, dove per legge non sono previste parate militari, ma solo bandiere a mezz'asta in solidarietà ai caduti, l'arrivo del presidente fosse disturbato dai fischi dei manifestanti.
«Hollande, dimettiti». E ancora: «Dittatore, non vogliamo la tua legge», gridano gruppi considerati di «estrema destra» dal ministro dell'Interno, Manuel Valls. Quando il corteo presidenziale imbocca gli Champs-Elysées, la situazione è sotto controllo. Silenzio. Calma apparente. Ma quando l'auto con a bordo Hollande prosegue lungo l'Avenue, avvicinandosi all'Arco di Trionfo, iniziano i fischi. Seguiti a breve da un corteo. Così il minuto di silenzio e gli squilli di tromba, che caratterizzano l'11 novembre dal 1922, ieri sono stati affiancati da un fuori programma.
Decine di persone hanno indossato berretti rossi, la chiave scenica della protesta contro le tasse in Bretagna, che sembrava rientrata dopo l'approvazione dei 560 milioni di finanziamento per rilanciare l'economia bretone e la sospensione dell'ecotassa prevista per il trasporto su gomma. Invece la rivolta contadina, confinata in Bretagna, è arrivata nel cuore della Francia metropolitana: rompendo il silenzio di Parigi. Gli uomini hanno superato le transenne, occupato il centro della strada, chiedendo a gran voce le dimissioni di Hollande, tanto da costringere la polizia ad intervenire. Per il titolare dell'Interno Valls, i contestatori sono «legati all'estrema destra». Ai giornalisti davanti alla sede del ministero dice che si è trattato di «alcune decine di persone», fra cui sono stati visti, anche se non nello stesso corteo, «candidati e personaggi del Front National».
I fischi hanno salutato Hollande anche all'uscita degli Champs-Elysées. Prima che partisse per Oyonnax, al confine con la Svizzera, per il 95° anniversario dell'armistizio in un luogo simbolo già visitato da Mitterrand. Da lì ha risposto al malcontento della mattina, spiegando che non bisogna cedere all'intolleranza, all'estremismo, al razzismo. Bisogna «amare la Francia». Ma il sentimento di avversione alle scelte dell'Eliseo sta diventando trasversale, non riguarda più soltanto le opposizioni politiche e parlamentari. La mancanza di fiducia espressa via sondaggio dice che solo il 21% dei francesi si sente ancora in grado di sostenere il presidente, 5 punti in meno rispetto a un mese fa. Un record assoluto. E un governo tutt'altro che al riparo da subbugli.
Il rientro del deficit già rimandato due volte e gli incentivi che non arrivano alle aziende pesano anche sul mercato. «Il governo francese è incapace di fare riforme», ha riassunto severamente Standard & Poors la settimana scorsa. Dopo aver perso la tripla A nel gennaio 2012, l'agenzia di rating taglia quello transalpino da AA+ a doppia A.
Una giornata trasformata in una via crucis per Hollande. Secondo Valls, la responsabilità dell'accaduto ce l'hanno anche alcuni esponenti dei movimenti anti nozze gay. Quelli del «Printemps français» e degli ultranazionalisti di destra di «Renouveau français», che hanno protestato a loro volta contro la nuova legge. Tensioni non solo a Parigi. Nel sud della Francia, a Chateaurenard, regione di Marsiglia, la commemorazione è stata disturbata da un uomo che ha ferito a coltellate il sindaco neogollista. Arrestato l'aggressore. Feriti il primo cittadino Bernard Reynes e due suoi collaboratori.

Ferita, soprattutto, la Francia di Hollande.
twitter @F_D_Remigis

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