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Hollande, vittoria di Pirro: si gioca tutto al ballottaggio

Legislative in Francia: testa a testa socialisti-neogollisti per il primo posto tra i partiti. Le Pen al di sotto delle attese, ma batte il leader dell’ultrasinistra

Hollande, vittoria di Pirro:  si gioca tutto al ballottaggio

Parigi - A urne chiuse, ma con le percentuali delle singole circoscrizioni ancora da definire, l'unica certezza è che il governo francese resta alla gauche e non ci sarà una coabitazione con l'Ump. François Hollande può contare, già dal primo turno di queste elezioni legislative, su una solida maggioranza in Parlamento. Dopo aver già cambiato colore al Senato lo scorso settembre, il primo turno di ieri consegna tra i 305 e 353 seggi alla cosiddetta sinistra parlamentare. La vittoria della sinistra è però sfaccettata: 40,2% per Ps e Verdi e 6,9% al Front de Gauche. Ump e alleati fermi al 35,4%. Il Front national di Marine Le Pen non ha bissato il successo della prima tornata presidenziale. L'estrema destra si è fermata al 13,4% e dovrà ora decidere se confermare i candidati che hanno superato gli scontri diretti del primo turno: pochi.

Laddove non si è affermato il messaggio "Blue Marine", Le Pen dovrà ora valutare su chi far confluire i voti al secondo giro, domenica prossima. Mentre Ps e Ump sono alle prese con i calcoli percentuali per elaborare una nuova strategia, visto il pari sostanziale registrato nel dato nazionale.

In vantaggio i socialisti di uno zerovirgola, Ump e Ps si sono sfidati perdendo o vincendo i confronti diretti, in cui erano schierati leader e ministri, attestandosi entrambi intorno al 35,2%. Tutto si gioca nel secondo turno, prima di rivendicare una vittoria dell'uno o dell'altro partito.

La paura di dimissioni dall'esecutivo, per alcuni membri del governo candidati, sembra scomparsa, ma non del tutto. Perché si apre una seconda tornata incerta per almeno sei di loro. Va però, sin da subito, registrato l'exploit della ministra della Cultura Aurelie Filippetti, che aveva ingaggiato una battaglia incerta in un feudo "Blue Marine". Ha superato il 45% e distanziato il Front national. Se la vedrà con un candidato Ump. Rieletti sin da subito il premier Ayrault e il capo della diplomazia francese, Laurent Fabius.

Ségolène Royal, la prima a congratularsi con i francesi per aver donato «una maggioranza al cambiamento», è ieri tornata sulla scena nazionale dopo essere quasi scomparsa per non mescolare troppo la sua figura a quella di Hollande e della sua compagna, Valérie Trierweiler. L'ex moglie del presidente punta a una riconferma, che dovrebbe avere domenica prossima; anche se deve battere l'insidioso socialista dissidente Olivier Falorni, invitato ieri a sostenerla in quanto segretario locale del Ps, ai ferri corti col partito, arrivato secondo solo quattro punti dietro di lei, e un candidato Ump.

Un piccolo successo, non scontato, c'è stato per il centrista François Bayrou. Indietro nei sondaggi, ha raggiunto la soglia per affrontare una battaglia triangolare domenica prossima, con la speranza di essere nuovamente eletto deputato nella circoscrizione dei Pirenei, dove affronterà una socialista e un neogollista. E arrivato terzo con il 24% (locale) e punta al suo seggio in Assemblea nazionale che detiene dal 1986.

Nel quartier generale del Ps, a Parigi, già ieri pomeriggio si respirava una certa tranquillità. Qualcuno si è perfino concesso un approfondimento sportivo sintonizzandosi sul Roland Garros. Ma ora viene il difficile, per François Hollande: come gestire gli equilibri di una maggioranza che al momento non sembra assoluta - come avrebbe voluto: 287 seggi al Ps da solo - e dunque dovrà cedere a qualche compromesso con la gauche estrema di Jean-Luc Mélanchon. Oltre a qualche accordo con i Verdi sul delicato dossier nucleare.

Fuori dai giochi parlamentari, il leader del Front de gauche si era candidato faccia a faccia con Marine Le Pen su un territorio, il Pas-de-Calais, insidiosissimo. Non ce l'ha fatta. Arrivato solo terzo, si è ritirato in favore di un socialista (giunto secondo). Ma la battaglia simbolica gli ha portato pubblicità e simpatia, tra i simpatizzanti di destra come a sinistra. Onore alle armi.


L'astensione è stata superiore al 2007: secondo i primi dati, ha votato meno del 60 per cento degli aventi diritto.

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