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Gli inglesi voltano le spalle all'Europa

Trionfo del Partito indipendentista, ridimensionati i maggiori gruppi. Cameron: "Una lezione"

Il primo ministro David Cameron
Il primo ministro David Cameron

Gli Inglesi dicono sì al partito anti-Europa e i Conservatori iniziano a tremare. È stata una brutta giornata quella di ieri, per il Premier inglese David Cameron al suo test elettorale più importante in vista delle elezioni europee del prossimo anno e delle politiche del 2015. Anche le previsioni più catastrofiche si sono infatti rivelate più morbide dei risultati reali conseguiti nelle elezioni amministrative di 35 consigli in Inghilterra e Galles.

Una vittoria morale del partito indipendentista Ukip era già nell'aria, tuttavia nessuno poteva, o forse voleva, immaginare un simile trionfo. Già nel pomeriggio di ieri, con appena metà dei seggi scrutinati, l'ascesa dei candidati di Nigel Farage appariva irrefrenabile, con 140 seggi guadagnati pari ad una percentuale del 26% del voto totale. Un risultato a dir poco strabiliante, al di là di ogni più rosea aspettativa, che ha condotto il partito degli euroscettici al terzo posto davanti ai Liberaldemocratici - parte dell'attuale coalizione di Governo - e dietro ai Laburisti che guadagnano 260 seggi confermando la contea di South-Shields, lasciata vacante dopo l'abbandono della politica di Milliband.

Nel piccolo regno laburista gli independentisti sono giunti addirittura secondi e i Liberaldemocratici sono stati relegati al settimo posto. E mentre gli uomini del Labour sembrano affrontare a muso duro l'avanzata della destra riuscendo a strappare all'Ukip perfino un sindaco, i veri sconfitti in questa tornata elettorale sono proprio i candidati conservatori, battuti in casa propria.
Pur mantenendo il controllo di contee tradizionalmente conservatrici come quelle di Wiltshire, Shropshire, Dorset e Devon, alle 18 di ieri i Tories avevano perso 10 consigli su 18 e 327 seggi e stavano faticosamente lottando spalla a spalla con i laburisti per rimanere al comando nelle amministrazioni conquistate trionfalmente nel 2009 durante la peggiore sconfitta elettorale laburista della storia.

Non c'è dubbio invece che ieri notte verrà ricordata come quella della nascita di un nuovo soggetto politico con cui i tre maggiori partiti britannici dovranno fare i conti. Finora considerati un partito di Brancaleone, disunito e pasticcione, l'Ukip non potrà più venir snobbato sebbene i suoi rappresentanti non abbiano ancora neppure un seggio in Parlamento. Che piaccia o meno, la visione xenofoba e antieuropea di Nigel Farage si è guadagnata una percentuale troppo alta perchè l'intrinseca minaccia estremista costituita da questo partito non venga presa da tutti in seria considerazione.

Se non altro perchè esprime un voto di protesta che sottintende la delusione di una nutrita parte degli elettori nei confronti della coalizione di Governo.

Se infatti si è sempre saputo che la maggioranza degli inglesi non nutre una spiccata simpatia per le politiche europee, mai così tanti fino ad ora avevano abbracciato le teorie estreme dell'Ukip.

Il primo ad ammetterlo pubblicamente è stato ieri proprio David Cameron che non ha atteso neppure i risultati finali per fare le sue prime dichiarazioni a caldo. «Tutti i principali partiti in Gran Bretagna hanno una lezione da imparare da questi risultati - ha infatti commentato il Primo Ministro - per quanto riguarda i Conservatori comprendo perchè alcune persone che in passato ci avevano sostenuto non sono tornati a farlo.

Vogliono che facciamo di più impegnandoci con chi lavora duro per risolvere i problemi».

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