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Islam, venerdì di tensioni: scontri e morti in Pakistan

Rafforzata la sicurezza da Parigi sul territorio nazionale e all'estero. Scontri a Karachi e a Tunisi. Cortei anche a Roma

S'infiamma la tensione durante il venerdì di preghiera islamico. Continuano le proteste dei musulmani contro il film Innocence of Muslims e le vignette satiriche su Maometto pubblicate dal settimanale Charlie Hebdo. Mentre è stata rafforzata la sicurezza da Parigi sul territorio nazionale e all'estero, si registrano scontri a Karachi e a Tunisi.

Scontri e morti in Pakistan

Il Paese più colpito dalle proteste dei musulmani è senza dubbio il Pakistan. Almeno tredici persone sono morte durante i violenti scontri tra i dimostranti e le forze dell'ordine. La televisione Samaa ha fattop, poi, sapere che ci sono decine di feriti. Le proteste sono avvenute a Islamabad, Karachi, Lahore e Peshawar dove si è celebrata la giornata speciale dedicata alla "devozione del Profeta Maometto". Il bilancio più grave è a Karachi dove secondo l’emittente privata, due poliziotti e quattro manifestanti sono stati uccisi nei disordini scoppiati dopo al preghiera del venerdì. A Peshawar, dove si sono tenute massicce proteste, è morto un autista di una troupe televisiva e altre due persone. Ben 60 i feriti nella turbolenta città nord occidentale dove una folla inferocita ha anche dato alle fiamme due sale cinematografiche. Stessa sorte è toccata a tre locali a Karachi. A Islamabad, invece, la polizia ha sparato in aria e usato i gas lacrimogeni per respingere un corteo di dimostranti che voleva entrare nella "zona rossa" dove sorgono le ambasciate.

Tensioni in Tunisia

Un gruppo di salafiti, alla fine della preghiera del venerdì, ha tentato di riunirsi davanti alla moschea di al Fath, nel centro di Tunisi, ma sono stati dispersi, senza l’uso della forza, dalla polizia che era presente con decine di uomini. Dopo qualche resistenza, gli integralisti si sono allontanati in piccoli gruppi, lanciando slogan contro i media che accusano di essere contro il loro movimento. Venerdì scorso, in occasione dei disordini all’ambasciata americana, alcuni cronisti sono stati individuati e picchiati. Ad alcuni di loro sono state fracassate le macchine fotografiche, ad altri rapinate. Il centro della capitale è sorvolato, in continuazione, da due elicotteri della polizia.

10mila in piazza in Bangladesh

Circa 10 mila persone sono scese oggi per le strade di Dacca, in Bangladesh, nel corso di una manifestazione organizzata sia contro il film anti-Islam sia contro le vignette satiriche. Non ci sono stati scontri, ma è stata bruciata una fotografia del presidente americano Barack Obama e una bandiera francese davanti alla moschea Baitul Mokarram, la più grande del Paese. I dimostranti hanno portato in piazza diverse bandiere di alcuni gruppuscoli islamici. Centinaia i poliziotti dispiegati intorno al corteo con veicoli blindati. Le autorità francesi hanno chiuso tre centri culturali e l’ambasciata a Dacca, ha precisato la polizia.

Proteste contro il governo francese

Per prevenire incidenti, il governo francese ha rafforzato la sicurezza sul territorio e ha fatto chiudere le ambasciate e le scuole in venti Paesi. L’ambasciata a Tunisi, per esempio, è tenuta sotto stretta sorveglianza da parte delle forze dell’ordine, dispiegate con centinaia di uomini a presidio di avenue Bourghiba e di tutte le strade vicine. Lungo avenue Bourghiba e intorno al perimetro dell’ambasciata oltre quaranta automezzi delle forze dell’ordine e dell’Esercito, tra blindati (dispiegati soprattutto davanti al Ministero dell’Interno), jeep, automezzi dotati di cannoni ad acqua, minibus per lo spostamento rapido degli uomini oltre a camionette adibite al trasferimento di persone sottoposte a fermo. Non solo. Tutt'intorno all’ambasciata è stata stesa una barriera di filo spinato che supera il marciapiede costringendo i pedoni a non agevoli deviazioni.

Corteo a Roma

Le proteste si sono estese pure in Italia. Circe trecento persone, in maggioranza arabi, hanno manifestato contro il film e le vignette su Maometto al quartiere Esquilino di Roma, vicino alla stazione Termini.

Gli immigrati si sono concentrati, nel cuore del quartiere multietnico della capitale, facendo accorrere le forze dell’ordine.

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