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Israele, malumori al governo: "Erdogan fa di tutto per farci pentire delle scuse"

Bennett, nuovo ministro dell'Economia, risentito con la Turchia, chiede più sforzi da parte di Erdogan nella questione Mavi Marmara: "Nessuno ci sta facendo un piacere"

L'assalto alla Mavi Marmara dei commandos israeliani
L'assalto alla Mavi Marmara dei commandos israeliani

Alla Knesset israeliana tira una strana aria, un misto di malumori e di attesa per i rinnovati rapporti tra Tel Aviv e Ankara. La telefonata tra Netanyahu ed Erdogan ha segnato la riapertura di uno spiraglio sul fronte diplomatico, con le scuse da parti di Bibi per le vittime dell'assalto israeliano alla Mavi Marmara, nave di attivisti che nel 2010 aveva cercato di raggiungere Gaza. Ma se è vero che i rapporti di vicinato iniziano a farsi un po' meno tesi, non tutti i ministri sono convinti di come Israele sta giocando le sue carte.

Nel manipolo dei diffidenti spunta il nomi di Naftali Bennett, leader di HaBayit HaYehudi nella coalizione di maggioranza. Il nuovo ministro dell'Economia israeliano lamenta l'atteggiamento di Erdogan, che "da che sono state fatte pubbliche scuse sta facendo il possibile per far pentire Israele, conducendo una campagna priva di tatto ai danni delle relazioni tra i due Paesi".

Bennett posta il commento stizzito sulla sua pagina facebook e - tanto per mettere in chiaro il suo punto di vista - fa presente che "nessun Paese sta facendo un favore a Israele nel rinnovare i legami diplomatici".

L'accusa è chiara. La Turchia di Erdogan sta tirando troppo la corda. E le incomprensioni sulla questione del risarcimento da destinare alle famiglie delle vittime della Mavi Marmara al momento sono fonte di non poca tensione. Ankara ha chiesto un milioni di dollari per ognuna delle nove famiglie, Israele preferirebbe aprire il cordone della borsa per un solo prelievo da un milione, da dividere tra i nove nuclei famigliari.

Se questo non bastasse Erdogan ha dichiarato nei giorni scorsi di attendere "passi importanti" da Israele, prima dei quali non farà la propria parte.

Nel frattempo continuano le trattative per definire i termini dell'accordo tra Tzipi Livni, ministro israeliano della Giustizia, e Ahmet Davotoglu, ministro degli Esteri turco.

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