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Israele e Gaza, niente tregua

Nella notte il governo di Tel Aviv rimanda l'invasione di Gaza. Più di 120 le vittime del conflitto. Clinton e Ban Ki-moon in missione. Morsi: "Aggressione di Israele finisce oggi"

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Nessuna tregua. Almeno per il momento. Dopo l'annuncio di Al Jazeera arriva la doccia freddo della Cnn che, citando le autorità egiziane, smentisce la tregua che sarebbe dovuta arrivare in serata. Fonti della presidenza egiziana riferiscono infatti che, a differenza di quanto annunciato in precedenza, non prevedono oggi di poter fare alcun annuncio sulla fine delle ostilità (cessate il fuoco) tra israeliani e palestinesi nella Striscia di Gaza.

I raid aerei su Gaza, continuati anche durante la notte, con il ronzio incessante di droni e F-16 nel cielo della Striscia proseguono anche in giornata. Il numero delle vittime sale a circa 120. Tra di essi un padre con i due figli, colpiti questa notte.

Sfiorata la strage a Beer Sheva, dove un razzo lanciato da Gaza ha quasi centrato un autobus. I passeggeri erano scesi al suono delle sirene d'allarme. Solo ferito l'autista. Un razzo lanciato da Gaza ha raggiunto la periferia di Gerusalemme, senza causare vittime.

Un proiettile di mortaio esploso in un kibbutz a poca distanza dalla Striscia ha colpito un cittadino israeliano: in fin di vita. Un razzo ha ferito cinque membri dell'esercito.

Un raid israeliano ha invece ucciso almeno sei palestinesi, prendendo di mira due auto in movimento. L'esercito, con un lancio di volantini, ha intimato agli abitanti della zona sud di Gaza di lasciare subito le loro case, indicando le vie più sicure per evacuare l'area. Regna il caos: 200mila persone dovrebbero spostarsi verso il centro della città. Tra le vittime dell'attacco Amin al Dada, esponenti di spicco di Hamas.

Stop all'azione via terra

A Tel Aviv un meeting delicatissimo ha tenuto occupati nove membri dell'esecutivo, compresi il premier Netanyahu, il ministro della Difesa, Ehud Barak e quello degli Esteri, Avigodr Lieberman. In ballo la tregua tra le due parti, sponsorizzata dall'Egitto di Morsi, che in questa crisi si è ritagliato un nuovo ruolo di mediatore tra le istanze israeliane e palestinesi, cercando un accredito agli occhi della comunità internazionale.

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La discussione interna ha deciso per un rinvio di quella azione via terra che nei giorni scorsi era sembrata più volte sul punto di prendere vita. Per ora il confine con la Striscia di Gaza non verrà superato dalle truppe di terra, per dare più tempo a una ricomposizione diplomatica delle ostilità. Ma il vice primo ministro Moshe Yaalon sottolinea che "se gli attacchi terroristici persistono, dovremo espandere l’operazione". E i raid non si fermano. E il premier Netanyahu ha rincarato la dose: "Israele ha una mano tesa verso la pace e l’altra brandisce la spada".

Proprio il presidente del Cairo nel pomeriggio ha condannato "l’assurda aggressione israeliana contro Gaza", assicurando che "terminerà oggi e gli sforzi messi in campo per arrivare ad una tregua avranno risultati positivi nelle prossime ore". Secondo la Jihad Islamica e alcune fonti egiziane, una tregua dovrebbe iniziare alle otto di stasera, ora italiana. Un portavoce del governo israeliano ha però precisato che l'accordo "non è ancora finalizzato: la palla è ancora in gioco".

Erdogan: "Pulizia etnica"

Mentre le parti cercano di mediare una tregua, il premier turco, Recep Tayyip Erdogan, è tornato anche oggi ad accusare Israele di "pulizia etnica" nei confronti dei palestinesi. Il numero uno di Ankara - che aspetta di poter schierare sul confini siriano i missili Patriot della Nato - ha sottolineato come il comportamento di Israele calpesti "il diritto internazionale".

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Hillary Clinton a Gaza

Nella notte, secondo la CNN, gli Usa hanno spostato verso Gaza tre navi da guerra, in vista di una possibile evacuazione dei propri cittadini dal territorio israeliano. "Una misura precauzionale" e al momento "remota". La notizia sarebbe poi stata smentita da una fonte diplomatica a un corrispondente Reuters a Gerusalemme.

Mentre la Casa Bianca nega responsabilità nella scelta di non invadere Gaza, richiamandosi al diritto israeliano a "prendere proprie decisioni in tema di sicurezza", continuano gli sforzi internazionali per una ricomposizione della questione.

Il segretario di Stato americano, Hillary Clinton, arriverà oggi in Israele. Visiterà anche i territori e l'Egitto. Domani incontrerà il premier Benjamin Netanyahu. Oggi pomeriggio l'incontro tra Bibi e il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon.

In mattinata una guardia giurata ha aperto il fuoco fuori dall'ambasciata Usa di Tel Aviv, dopo un tentativo di assalto da parte di un uomo armato di scure.

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