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Kiev, accordo con l'opposizione

L’opposizione ucraina ha accettato l'intesa con il presidente per mettere fine alla crisi. La polizia lascia il Parlamento

Kiev, accordo con l'opposizione

Almeno 75 persone sono morte a seguito di scontri a Kiev dal 18 febbraio ad oggi. Lo ha reso noto il ministero della Salute ucraino sul suo sito internet, secondo quanto riportato da Interfax Ukraine. Il ministero ha aggiunto che 571 persone a Kiev hanno avuto bisogno di cure mediche da martedì mattina, e 363 sono state ricoverate in ospedale. Altri bilanci parlano invece di almeno 100 morti. Intanto, dopo un negoziato andato avanti tutta la notte, i ministri degli Esteri dell’Ue, il presidente ucraino Viktor Yanukovich e i leader dell’opposizione hanno trovato un accordo sulla crisi a Kiev. La presidenza ha fatto sapere in un comunicato che l’accordo sarà firmato a mezzogiorno, le 11 in Italia, ma non ha fornito altri dettagli. L’opposizione e la troika Ue non hanno per il momento confermato nulla, ma fonti diplomatiche europee poco prima avevano reso noto che le trattative erano "molto difficili" ed erano state sospese per qualche ora. Ai ministri degli Esteri della Ue francese, tedesco e polacco arrivati ieri a Kiev per mediare il presidente ucraino ha detto di essere pronto a elezioni generali anticipate, mentre la Ue decideva a Bruxelles sanzioni contro i responsabili delle violenze. Secondo quanto riportato dalla televisione di Stato ucraina, l’accordo preliminare prevede elezioni presidenziali anticipate, una riforma costituzionale e un esecutivo di coalizione, come aveva anticipato giovedì il premier polacco Donald Tusk. ll ministro degli Esteri francese Laurent Fabius resta però prudente sull’accordo e ha spiegato che "si è convenuto di non comunicare per il momento. Fino a quando le cose non saranno effettivamente fatte, bisogna restare prudenti". Sempre ieri sera, il Parlamento ucraino ha condannato l'uso della forza che ha portato alla morte di persone e ha vietato operazioni antiterrorismo che erano state annunciate dai responsabili del servizio di sicurezza dell'Ucraina (Sbu). Il voto è stato approvato da 236 dei 238 parlamentari registrati per la sessione serale. L'aula ha "condannato con forza" l'uso della forza contro cittadini pacifici, le torture e i crimini contro l'umanità. Nuovi spari a Piazza Indipendenza a Kiev mentre si attendono notizie sulle accordo tra le parti. Secondo quanto reso noto dalla polizia ucraina, alcuni manifestanti avrebbero aperto il fuoco contro le forze dell’ordine vicino a Piazza Indipendenza e tentato di avanzare in direzione del parlamento.

Alla fine, l'accordo è arrivato. L’opposizione ucraina ha accettato l'intesa con il presidente per mettere fine alla crisi innescata dalle proteste di piazza pro-Ue, al termine di una maratona negoziale a cui hanno partecipato tre ministri degli Esteri europei. "È stato deciso di approvare la decisione di firmare l’accordo con il presidente a condizione che l’attuale ministro dell’Interno non sia confermato nel prossimo governo e che il procuratore generale venga sostituito", ha riferito uno dei leader dell’opposizione, Oleh Tyahnybok, citato dall’agenzia russa Interfax.

Gli agenti della polizia ucraina che da 24 ore presidiano il perimetro del parlamento ucraino nel centro di Kiev stanno risalendo sulle loro camionette e lasciando l’area, riferisce un corrispondente dell’agenzia Interfax. Le camionette si stanno dirigendo verso la fermata della metropolitana Arsenalna, mentre i due cannoni ad acqua schierati davanti al Parlamento sono stati ritirati. Due cannoni ad acqua e vari bus della polizia restano su via Grushevsky, tra il parlamento e gli edifici del governo, ma non ci sono agenti a presidiare. Lasciando la piazza di fronte la parlemento, i poliziotti hanno abbandonato materassi, cibo, varie casse di legno che contengono caschi e bandiere ucraine. I deputati d’opposizione si aggirano sconcertati attorno al Parlamento. Volodymyr Aryev, deputato d’opposizione di Batkivshchina ha detto di non sapere che cosa stia succedendo: "Non lo sappiamo.

Se ne sono andati in fretta e non hanno detto perché".ea

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