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la lettera 2 Sul caso marò Di Paola ha agito bene

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Caro direttore,
senza ignorare il giusto ruolo delle emozioni e i sentimenti puramente umani nella vicenda, devo constatare - dobbiamo tutti riconoscere - che l'Ammiraglio Di Paola ha agito e parlato come un vero patriota, sacrificando i propri sentimenti personali e il proprio sentimento di solidarietà per proteggere la reputazione dell'intero Stato italiano. Quando la Corte Suprema indiana ha rifiutato di chiedere la cauzione monetaria che la corte dello Stato di Kerala voleva imporre, lo fece spiegando che la parola dell'ambasciatore italiano Mancini era sufficiente. Quindi, non avere rimandato i marò in India avrebbe distrutto la legitimità dello Stato Italiano rendendolo Stato fuorilegge per la Corte Suprema («pacta sunt servanda», non si discute). L'Ammiraglio Di Paola l'ha capito fin dall'inizio.

Non voglio commentare sul ministro Terzi, però tutti coloro che hanno seguito la vicenda da vicino sanno che i due bravi e interamente ammirevoli marò, ma anche il ministro Terzi e il suo governo, sono state le vittime di gravissimi errori professionali a livelli sub-ministeriali.

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