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La Lexie lascerà l’India ...se paga ancora

Il ministro della Difesa Di Paola incontra per la prima volta in carcere i due militari prigionieri

La Lexie lascerà l’India ...se paga ancora

Il ministro della Difesa, Giam­paolo Di Paola, incontra i due ma­rò dietro le sbarre in India. Ed i fu­cilieri di marina, in contempora­nea, fanno pubblicare un messag­gio su Facebook rivolto a chi li so­stiene: «Con la vostra spontaneità e il vostro cuore ci avete reso anco­ra più forti, ancora più italiani. Grazie per tutte le lettere che ci avete inviato e per quelle che ci in­vi­erete preziose per il nostro spiri­to ».
Il messaggio è stato pubblicato sulla sua bacheca da Franca Lator­re, che lo ha ricevuto dal fratello Massimiliano a nome anche dell' altro marò agli arresti, Salvatore Girone. «Ciao a tutti, voglio ringra­ziarvi per l'affetto, l'interesse ed il calore con cui sino ad oggi ci avete impreziosito- si può leggere su Fa­cebook- . Un grazie anche a coloro che sono contro di noi, perchè vuol dire che hanno impegnato anche un solo secondo per rivol­gerci il loro pensiero ». E ancora La­torre e Girone si chiedono: «Se non ci fosse la sofferenza come po­tremmo riconoscere la gioia?».

In India si teme che i nostri mili­tari dovranno restarci ancora a lungo, ma si sta aprendo uno spira­glio sulla petroliera «Enrica Lexie», che i fucilieri di Marina di­fendevano dai pirati, costretta agli ormeggi a Kochi da un mese e mezzo. La nave italiana potrà for­se ripartire martedì o mercoledì, ma prima l'armatore napoletano, Fratelli D'Amato, dovrà sborsare altri 586mila dollari di deposito, che si aggiungono ai 650mila di cauzione. Non solo: le autorità in­diane vogliono inter­rogare di nuo­vo i quattro marò del nucleo di pro­tezione anti pirateria rimasti a bor­do.

Di Paola ha fatto visita ieri, nel carcere di Trivandrum, nello Sta­to del Kerala, a Girone e Latorre. Il ministro ha detto di averli trovati «in buona forma, motivati e fieri del loro comportamento come sanno essere i fucilieri di Marina». L'esponente del governo italiano ha portato «messaggi e regali del­le famiglie» e ribadito che «l'Italia non li lascerà mai soli in nessuna circostanza».

Grazie alla visita del ministro della Difesa, il Tg1 è riuscito a ri­prendere, per la prima volta, i ma­rò in carcere. Davanti alle teleca­mere hanno detto le solite frasi di circostanza. «Siamo qui, conti­nuiamo ad affrontare questa situa­zione, finché non arriva la notizia che tutto si è risolto», ha sostenuto Girone.

Di Paola ha fatto visita al primo ministro del Kerala, il furbo Oom­men Chandy, perorando la causa della giurisdizione, ovvero il dirit­to dei marò di venir processati in Italia. Oggi l'Alta corte locale do­vrebbe decidere proprio su que­sto delicato punto, ma le speranze di farli tornare a casa sono scarse. Per questo motivo Di Paola ha puntato sul trasferimento dei fuci­lieri di Marina dal carcere agli arre­sti domiciliari.

A New Delhi l'espo­nente del governo italiano si ve­drà con il ministro della Difesa in­diano, che ha fatto carriera politi­ca nel Kerala.

Le sue dichiarazioni non sono mai state tenere con i marò.
La novità è che l'Alta corte del
 Kerala ha autorizzato la partenza della petroliera «Enrica Lexie», ma dopo l'adempimento di ulte­riori condizioni capestro. Prima fra tutte il deposito di altre 30 mi­lioni di rupie ( 586mila dollari), co­me deposito che garantisca il ritor­no della nave o dell'equipaggio nel caso la giustizia indiana lo ri­chieda. Peccato che l'armatore, ol­tre a perdere un sacco di soldi ogni giorno che passa, abbia già versa­to 650mila dollari come cauzione per le famiglie dei due pescatori, che secondo l'accusa sarebbero stati uccisi dai marò in servizio an­ti pirateria, e per il proprietario della loro imbarcazione. In totale si tratta di quasi un milione di eu­ro.

Da Napoli fanno sapere che un altro adempimento richiesto è l'ennesimo interrogatorio dei quattro marò superstiti del nu­cleo anti pirateria, che si trovano a bordo della petroliera. Se non sal­tano fuori altri ostacoli «la nave po­trebbe partire nei prossimi gior­ni » rivela V. J. Matthew, l'avvocato indiano dell'armatore. Al largo troverà ad attenderla il «Grecale», la fregata della marina militare ita­liana. 

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