Mondo

Londra, città inflessibile: multa all'auto della Clinton

Non aveva pagato il parcheggio. Ammenda di 80 sterline. Era già capitato a Barack Obama. E il rigore degli inglesi sulle multe ha mandato in carcere pure un ministro

Londra, città inflessibile: multa all'auto della Clinton

Una lezione di inflessibilità. La prova che il rigore e il rispetto delle regole passano per un principio fondamentale: mai fare eccezioni, nemmeno per i potenti. Così dopo Barack Obama multato per non aver pagato il biglietto d'ingresso all'area a traffico limitato, a Londra si fa il bis con un altro pezzo da Novanta come Hillary Clinton. La probabile futura candidata democratica alla Casa Bianca ed ex capo della diplomazia americana è stata multata per non aver pagato il parcheggio. A nulla è valso l'intervento delle guardie del corpo dell'ex segretario di Stato americano, che hanno tentato in tutti i modi - con tanto di distintivo esibito per meglio persuadere l'interlocutore - di convincere il vigile a desistere dai propri propositi. La Mercedes di Mrs Clinton - parcheggiata fuori da Chatham House, dove le veniva consegnato un premio per il suo «significativo contributo alla diplomazia internazionale» - non era in regola, sprovvista del ticket che è obbligo e incubo di milioni di londinesi. Il risultato è un verbale da 80 sterline (circa 94 euro) ridotto a 40 se pagato entro 14 giorni.

«Le autorità hanno fatto solo il loro dovere - ha commentato inflessibile al Daily Telegraph un consigliere della municipalità di Westminster, Daniel Astaire - L'ex segretario di Stato ha parcheggiato la sua auto per 45 minuti senza pagare. Sono certo comprenderà che dobbiamo riservare lo stesso trattamento per tutti, a prescindere dal loro ruolo sulla scena mondiale».

Una prova di rigore che si era già manifestata nel 2011, quando un'auto del corteo presidenziale che accompagnava Barack Obama venne multata per circa 200 euro per aver violato l'area a traffico limitato. In realtà quella disputa affondava le sue radici in un'altra questione, un braccio di ferro tra l'ambasciata americana a Londra e il governo inglese, che va avanti dal 2003 e riguarda oltre 45mila multe per 8 milioni di dollari circa. L'ambasciata rifiuta di pagare il ticket per entrare nella capitale inglese, sostenendo che la Convenzione di Vienna sulle relazioni diplomatiche del 1961 esenta i diplomatici dal pagare pedaggi e contravvenzioni.

Ma oggi Hillary Clinton non ha più un ruolo nella diplomazia americana. E la prova che i due episodi non abbiano alle spalle alcun livore anti-americano ma siano proprio il frutto di quell'inflessibilità che dalle parti del Big Ben sembra essere la regola madre sta in un altro precedente: le dimissioni del ministro dell'Energia Chris Huhne, nel gennaio 2012, costretto a lasciare il suo incarico dopo aver maliziosamente affibbiato i punti persi della patente alla moglie, mentendo su chi fosse alla guida. Condannato a otto mesi di carcere per «aver ostacolato il corso della giustizia», Huhne ne ha scontati due effettivi in prigione ed è ora controllato tramite braccialetto elettronico.

Cotretto a stare nella sua abitazione dalle 7 del mattino alle 7 di sera.

Commenti